A Milano, nei locali dell’East End Studios – Studio 90, torna l’Italia Beer Festival, dal 28 al 30 marzo. Rullo di tamburi, quest’anno, il paese ospite dell’evento è il Brasile, perciò, oltre a 200 birre artigianali italiane, si potranno degustare anche quelle di tre birrifici d’oltreoceano: Bierland, Schornstein e Itajahy. L’occasione è più unica che rara, dal momento che, generalmente questi marchi non sono reperibili nel nostro paese. Ma quali sono le caratteristiche di tali birre? La domanda l’abbiamo girata a Douglas Merlo, responsabile delle relazioni tra le associazioni brasiliane e ADB (l’Associazione Degustatori Birra Italiana, che organizza il festival e che è presieduta da Paolo Polli, a sua volta giurato al Festival Brasileiro de Cerveja, che si è tenuto qualche giorno fa a Blumenau, nello stato di Santa Catarina).

Douglas Merlo

“Le birre prodotte dai birrifici brasiliani sono principalmente di tipologia tedesca – spiega Merlo -. Ma il panorama si sta evolvendo velocemente, e si sta iniziando a produrre anche tipologie belghe e inglesi”. La storia dei brewpub in questa parte di mondo è abbastanza recente, se si pensa che nel 1999 i produttori erano non più di tre. C’è grosso fermento, però, tanto che oggi i birrifici artigianali sono già saliti a 200.
Ci sono delle affinità tra birre italiane e brasilane? La risposta è no e il motivo è che in Brasile anche i microbirrifici filtrano e pastorizzano le birre (in Italia, invece, birra pastorizzata è sinonimo di birra industriale). “I tre marchi che saranno all’evento IBF, partecipano soprattutto con la voglia di conoscere il nuovo stile italiano di produrre birra artigianale” specifica Merlo. Sarà un bell’interscambio quindi. E chi volesse procurarsi le birre brasiliane anche una volta terminato il festival? “Si dovrebbe trovare un importatore che in futuro possa portare le birre in Italia” è la risposta di Merlo. Buyer, fatevi avanti.

Simona Carletti
@SimonaScarlett