Da Londra un format ad alto tasso di democrazia per far avvicinare al mondo dell’arte.
Un’arte contemporanea fruibile, vicina al pubblico, che non deve necessariamente essere costituito da esperti e miliardari, ma anche semplicemente da curiosi e appassionati. Il format di Affordable Art (dal 7 al 10 marzo al Superstudio Più di Milano) è innovativo e al passo con i tempi e punta ad abbattere le barriere che sempre hanno separato la gente “normale” dalle grandi opere artistiche. A parlarcene Marco Trevisan, Direttore Affordable Art Fair Italia.
Affordable Art Fair in tre parole. Fun, relaxing, accessible.
Il progetto nasce nel 1999 a Londra; come si è evoluto?
La formula, rivelatasi vincente, è rimasta sempre la stessa negli anni: opere d’arte con un limite di prezzo, ambiente rilassante e divertente, prezzi esposti e tanti servizi per trascorrere piacevolmente la visita in fiera. Quello del limite di prezzo è diventato un tema particolarmente attuale, che ha fatto avvicinare un pubblico sempre più numeroso al mondo dell’arte. Partendo da Londra la fiera ha conquistato 4 continenti, con 16 fiere ogni anno nelle maggiori città del mondo, incluse Milano e Roma.
A che tipo di pubblico vi rivolgete?
Sia a chi ha già esperienza con il mondo dell’arte ed è in cerca di nuove alternative, sia a chi non ha confidenza ma è incuriosito e possiede una minima disponibilità economica.
Come avviene la vostra selezione delle opere?
La fiera si propone di offrire una scelta ampia ed eterogenea, in cui ogni visitatore possa ritrovarsi, per cui non esiste una scelta curatoriale di fondo. La qualità viene garantita dalla selezione delle gallerie, la cui proposta è poi approvata da un comitato consultivo, e dall’obbligo di proporre esclusivamente opere d’arte originali.
Quali sono le regole base da ricordare nell’acquisto di un’opera d’arte?
Più che regole, AAF fornisce qualche consiglio. Il primo è quello di acquistare un pezzo che scateni qualcosa di profondo, prima che dei ragionamenti sulla redditività di possibili investimenti. Diventa indispensabile anche informarsi il più possibile sull’artista, nonché immaginare come l’opera scelta si possa inserire all’interno della propria vita, considerando quale sarà la sua destinazione finale.
Quanto conta l’emozione che un’opera suscita nel visitatore nella scelta di acquisto?
L’emozione deve assolutamente essere alla base della decisione, la scintilla che spinge all’acquisto; è inutile portare a casa un’opera solo per calcolo, specie se stiamo ragionando di artisti emergenti, o perché si abbina con i colori della casa, se non è in grado di dialogare direttamente con chi la abita.
Come si svilupperà l’edizione di AAF milanese?
L’edizione milanese si distinguerà per la partecipazione di un gran numero di gallerie da tutto il mondo legate al network AAF; sarà fondamentale il tema dell’affordability, evidenziato da un Wall Under 500 che riunirà una selezione di opere al di sotto dei 500 euro alla portata di tutti e dalla segnalazione delle opere sotto i 1000 euro tramite uno sticker colorato. Ci sarà anche un’inedita apertura verso il design e una serie di collaborazioni con partners come l’AIL, con i quali organizzeremo una serata (giovedì 7 marzo) con la disponibilità di tirature limitate dal costo contenuto e l’intervento di testimonial famosi.
di Marzia Nicolini