Body Worlds: quando l’arte fa scienza

stART & go
11 ottobre 2012

Suggestiva. Insolita. Terribile. L’incredibile mostra del corpo umano arriva finalmente in Italia: dopo le tappe di Roma e Napoli, adesso è il turno di Milano, dove ha luogo presso la Fabbrica del Vapore.

Body Worlds nasce dal genio di Gunther von Hagens, creatore del cosiddetto metodo della plastinazione, che permette la conservazione a lungo termine di corpi morti. Dall’epoca dell’invenzione (era il 1977), qualcosa è cambiato: all’intento didattico e rigorosamente scientifico, si è affiancato l’interesse di tipo artistico.

Che è poi l’idea che sta alla base delle oltre 60 esibizioni aperte al pubblico di tutto il mondo: il corpo umano come la più grandiosa delle opere d’arte. Più di 13000 volontari hanno firmato perché i loro corpi e i loro organi venissero usati, dopo la morte, per i fini artistici perseguiti da Body Worlds. Oltre all’esposizione di parti anatomiche sane e colpite da malattie, sono presenti in mostra, nelle più svariate posizioni che potrebbero assumere nell’ambito del quotidiano, anche figure umane intere: assistiamo, ad esempio, a una partita a poker, all’abbraccio tra un uomo e una donna, alle performances di un cestista e di una tiratrice con l’arco. Niente di strano, di per sé, salvo che i corpi umani sono completamente squartati, così da vederne i muscoli, i tendini, gli organi interni. Un po’ spaventa, un po’ incuriosisce: è lo straordinario risultato della collaborazione tra arte e scienze, unite insieme per spiegare all’uomo come è fatto l’uomo.

  • Chiara Martinoli

 

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