All’avanguardia nelle strutture e nelle tecniche di vinificazione, con grande attenzione alla natura: il caso Pago de Carraovejas.

Le più moderne tecnologie al servizio del maggior rispetto possibile della natura e dei suoi processi: non è fantascienza e avviene in un territorio profondamente radicato nelle sue tradizioni come Penafiel. A pochi chilometri dalla capitale del vino, per espressa volontà di José Maria Riuz, è nata la Bodega Pago de Carraovejas, un’enorme struttura contemporanea perfettamente integrata nei vigneti circostanti.

“Dalle doghe in cemento rosso delle pareti, a ricordo delle botti impregnate di vino, alla bassa produzione controllata ancora manualmente sia in vigna che nei laboratori tecnici, tutto in Pago va incontro alla terra, alla sua biodiversità e alle sue necessità”, racconta la proprietà; “la prima produzione del 1997, composta da vini Tinto Fino, Merlot e Cabernet Sauvignon era destinata solo al ristorante di Segovia, attività principale dei proprietari di Pago e, quindi, doveva essere espressione del territorio in ogni suo dettaglio”.

E’ stata questa la fortuna e la grandezza della famiglia Ruiz, oggi rappresentata da Pedro: aver compreso le potenzialità di un territorio, aver impiantato in un’area protetta dalle gelate invernali, aver valorizzato i vitigni locali, destinati, grazie al loro impegno, a raggiungere importanti mercati internazionali come Stati Uniti e Messico. “Siamo passati da una produzione di 25 ettari agli attuali 200, in grado di servire molti paesi, oltre a rendere unici i nostri ristoranti”, continua.

Sulla scia di molte altre esperienze nel mondo, è nato Ambivium, concept di ristorazione all’avanguardia situato all’interno della Bodega in Penafiel: questo nuovo spazio non accoglie gli ospiti solo al tavolo, per pranzo o per cena, ma li segue nella visita all’azienda, portando i piatti direttamente in tour per fare della degustazione dei vini un momento di straordinaria integrazione con l’ambiente di produzione. Un ambiente che della mano dell’uomo ha sentito solo il tocco migliore, quello di chi non intende usurpare e condizionare il territorio, ma al contrario trovare ogni possibile mezzo per lavorare ‘alla pari’.

Testo tratto dal volume Lo spettacolo della Ribera, Trenta Editore – 2018

di Barbara Carbone