DESIGN PER CAMBIARE LE COSE

architettura | estero | materiali
14 aprile 2014

Wyssem Nochi: il designer libanese che vuole migliorare il mondo

Wyssem Nochi è un artista e designer, anche se lui non si ritiene né uno né l’altro. È nato e vive in Libano, e la sua costante paura di quello che può succedere lo ha portato a pensare che ciascuno di noi nel suo piccolo può essere in grado di fare qualcosa per spingere al cambiamento.

Quale è la tua filosofia?
Il mio lavoro è una ricerca precisa di esperienze inedite fatte di felicità, tristezza, bellezza, bruttezza, e di ciò che è strano e divertente.
Il mio obiettivo è modificare quello che c’è di scomodo nella nostra vita quotidiana.

di Redazione

Vivi in Libano e questo in qualche modo influenza il tuo lavoro?
Sì, il mio Paese è instabile, noi tutti viviamo nella continua paura: solo ieri una bomba è esplosa su un autobus del trasporto pubblico e molte altre negli ultimi mesi hanno colpito civili e politici. Le guerre e le lotte che sono in corso da anni influenzano il modo e il ritmo delle cose.

Secondo te quali oggetti sono più appetibili in un difficile periodo come questo in cui viviamo?
Credo che sia importante realizzare cose che possono avere un potenziale lenitivo per far sentire meglio le persone, per riavvicinarle alla propria vita e al mondo che le circonda. Come la mia sedia a dondolo “Rocker “ o il letto “Trans Atlantic Beach’ che fa sentire come su una spiaggia.

Qual è l’oggetto in una casa che ha maggiormente bisogno di essere ridisegnato?
Le relazioni umane. Le cose diventano utensili per le funzioni emotive. Ad esempio in uno dei miei primissimi lavori ho reinterpretato il tavolo di Isamu Noguchi e ho realizzato una lampada le cui aste metalliche possono essere attorcigliate e diventano indicatori di stress dopo una giornata di lavoro.

Qual è la cosa migliore del tuo lavoro?
Mi dà gioia vedere un utente felice e lo sguardo di chi apprezza il comfort di un mio pezzo. Mi piace il mio lavoro in generale perché le mie idee si condensano in oggetti funzionali. La maggior parte dei miei progetti parla delle mie scoperte esistenziali e affronta la situazione e il tempo in cui viviamo e come facciamo uso di esso. Definirei il mio lavoro narrativo e composto principalmente da prototipi realizzati a mano artigianalmente, ma si può eveolvere per la produzione in serie.

Puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri?
Sto lavorando ad alcune opere per Carwan che saranno in mostra ai Design Days di Dubai a marzo 2014. Sto poi progettando delle scarpe per un’azienda internazionale di calzature, e sto lavorando su un bel impianto di produzione di vino negli Stati Uniti così come mi sto occupando di numerose opere architettoniche, residenziali e spazi commerciali in Medio Oriente.

di Redazione

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