Designer che incontri, seduta che trovi

DIRE.FARE.CREARE
21 gennaio 2013

Difficile credere che una cosa così semplice come una seduta possa avere così tante declinazioni. O meglio, che ci siano tanti modi di concepire le sedie ci sta, che tutti riscuotano successo un po’ stupisce. Ma, si sa, i gusti sono gusti e, fortunatamente, sono molto vari.
Partendo dal classico (che non tradisce mai) ecco la fresca vincitrice dell’ultimo Good Design Award di Chicago, riconoscimento assegnato dal Museo di Architettura e Design Chicago Athenaeum in collaborazione con il Centro Europeo per l’Architettura, l’Arte, il Design e gli Studi Urbani. La consacrazione dei migliori oggetti quest’anno ha premiato la poltrona Malmö di Pedrali, opera dei designer Michele Cazzaniga, Simone Mandelli e Antonio Pagliarulo.

Puntando su qualcosa di più sperimentale, Sophie De Vocht ha stravolto il concetto di seduta per Casamia, collaudando forme inedite e colori caldi con la chaise longue Loop. La seduta richiama un’idea astratta di morbidezza in cui è facile perdersi.
Jaewook Kim ha invece unito l’utile al dilettevole coniugando il relax degli adulti alla dinamicità dei bambini. La sua poltrona Abooba svolge infatti la duplice funzione di comoda seduta dalla linee classiche per nella parte anteriore e vivace corda interecciata per “scalatori” in erba nella parte posteriore.
Restando nel non convenzionale, ecco Transformer, il divani modulare componibile in base alle esigenze e all’umore. Kei Harada ha ideato una seduta composta da diversi elementi a forma di bolle o sassi bianchi, variabili nelle dimensioni, ma tutti confortevoli al 100%.

Su quale vi accomodereste più volentieri?

 

Simona Scibilia

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