Dimmi dove riponi i libri e ti dirò…

DIRE.FARE.CREARE
11 ottobre 2012

Può una libreria determinare chi siamo? No. O almeno spero proprio di no, perché mi risulterebbe davvero difficile trovare affinità positive tra i tanti possessori di uno dei più diffusi mobili usciti dall’Ikea: la libreria Billy. Preferisco pensare che ciò che siamo e come lo facciamo trapelare sia un giusto mix del contenitore e del contenuto, ovvero del mobile e dei libri in esso riposti.

Certo, materiali, forme e oggetti che arricchiscono e decorano la libreria non possono far capire del tutto che tipo di intellettuali siamo, ma far emergere le nostre preferenze e predisposizioni, questo sì. Che dire, per esempio, di chi predilige i pensili? O di chi sceglie mobili con sostegni irregolari o colori sgargianti?
Sono quasi certa che gli intellettuali divoratori di classici non abbiano una smisurata passione per il design. O meglio, non per le librerie di tendenza.

Mi chiedo, tuttavia, se associano ai libri un’idea di verde, inteso come piante o fiori. Perché se i libri trasportano in un’altra dimensione, più onirica e lontana, allora questa dimensione dovrebbe sposarsi a meraviglia con il relax che le piante sanno donare.
Forse proprio pensando a loro (ai più impegnati lettori) è stato realizzato da 224 porcelain il vaso Hanabunko, un recipiente che a tutti gli effetti si confonde con un libro. Progettato in tinte sobrie e distensive, si inserisce tra i volumi di piccola dimensione e può contenere piccoli fiori, piante verdi o erbe decorative. Un modo ‘equilibrato’ per conferire un tocco di unicità al contenitore e far trapelare la nostra personalità prima ancora del check sul contenuto. O, più semplicemente, un modo per sdrammatizzare le più serie delle librerie.

 

Simona Scibilia

 

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