Diorama, ovvero l’arte di comunicare

stART & go
14 dicembre 2013

Uno dei numeri del magazine

Uno dei numeri del magazine

“Accordando la direzione e l’intensità della luce viene prodotta una molteplicità di effetti scenici: il Diorama, vano all’interno del quale, attraverso uno spiraglio,  lo spettatore può scoprire ed osservare da inesauribili prospettive”. Con queste parole Diorama Magazine chiarisce in maniera inequivocabile la vocazione dei propri intenti, oltre a spiegare la scelta del nome. Recentissima creazione, prodotta da un gruppo redazionale giovane e dinamico, Diorama è un magazine cartaceo che guarda all’arte e approfondisce ogni aspetto della vita ad essa legato. Un numero, un nome. Ogni volta diverso. Diorama sviluppa infatti, a cadenza stagionale, un percorso monotematico di volta in volta diverso.

Un’idea nuova insomma, per guardare all’arte (e non solo) con la passione e la dinamicità trasmessi da un gruppo giovane e risoluto.

Le quattro fondatrici del progetto,  Zoe De Luca, Virginia Devoto, Jelena Miskin, Lorenza Novelli ed Eleonora Salvi ci parlano della loro esperienza:

 

Come nasce Diorama Magazine?

“L’idea di Diorama Magazine arriva agli inizi del 2011, spontaneamente, discutendo della comune esigenza di riversare opinioni, interessi e capacitá in un progetto concreto. Diorama nasce come un magazine il cui assetto monotematico permette di scremare gli innumerevoli contenuti, catalizzandoli nelle singole edizioni, e il taglio trasversale ed anacronistico riequilibra la libertà di estenderne ricerca. Il magazine si definisce stagionale, ma non per un’effettiva focalizzazione sul fluire della cultura contemporanea: la nostra ricerca viene periodicamente regolata da un tempo limite al termine del quale, volta per volta, prende forma un prodotto editoriale indipendente stampato, ma attivo e parzialmente disponibile anche online, che collabora con diverse realtà creative e si offre come piattaforma multiespressiva”.

A che pubblico vi rivolgete e con quali obiettivi?

“Nato come un contenitore da collezione e freepress, Diorama Magazine è stato distribuito prevalentemente a Milano. Dopo un primo ciclo editoriale e il passaggio ad una nuova fase progettuale, la distribuzione da omogenea è diventata ibrida, in funzione del contesto. Il magazine è ora in vendita in bookshop e concept store, ma per restare fedele e quindi disponibile nei luoghi di interesse selezionati agli inizi è tutt’ora in consultazione  in gallerie e spazi indipendenti. Inoltre dall’ultimo numero, Luce, il magazine è diventato bilingue, permettendoci di espandere ulteriormente la distribuzione e di rivolgerci anche al pubblico internazionale: la prima diramazione ha avuto luogo verso l’Inghilterra, alla Tate Modern di Londra”.

Diorama Magazine presenta di volta in volta dei cambiamenti, in ogni suo numero: in che senso si sviluppa questa evoluzione?

“Diorama è prodotto di un’indagine sempre diversa, e di conseguenza aperto alla moltitudine di pieghe che questa può suggerire. Ciò è palese soprattutto in Luce, primo numero del secondo ciclo, che ha visto la nascita di nuove rubriche, l’incremento di materiale inedito, la revisione di contenuti poco elastici e soluzioni grafiche innovative”.

Piani per il futuro?

“Avendo espanso i punti di distribuzione anche su territorio nazionale, abbiamo deciso di sottolineare la nostra presenza e collaborazione in maniera attiva: per i prossimi numeri, ogni presentazione avrà luogo sia a Milano, nostra origine adottiva, e in una differente città italiana, sempre in linea con il tema corrente. A breve avrà un volto anche Diorama Editions, piccola casa editrice indipendente che prosegue e approfondisce l’intento del magazine: attraverso pubblicazioni a tiratura limitata verranno condivise ricerche personali, volte a promuovere le realtà creative emergenti e analizzare quelle affermate”.

  • Chiara Martinoli


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