Al Miart di Milano c’era anche Ilan Garibi, artista israeliano che dopo aver passato 23 anni nell’esercito ha trovato la sua vera strada.
Lastre d’acciaio inossidabile plasmate come fossero origami. Un materiale freddo e all’apparenza rigido che acquista sinuosità ed eleganza, quasi fosse uno di quei meravigliosi disegni che caratterizzano l’arte giapponese del piegare (ori) la carta (kami). È questa la sorprendente arte di Ilan Garibi, artista israeliano che ha esposto le sue opere all’edizione annuale del Miart di Milano, presso lo stand della galleria Talent Design di Tel Aviv. Personaggio sui generis, dopo 23 anni passati all’interno dell’esercito israeliano in qualità di ufficiale, Garibi si congeda dalle armi e decide di dedicare il suo tempo a una passione che lo accompagna fin da bambino. All’età di 12 anni scopre infatti gli origami grazie ad un amico e comincia così un viaggio alla scoperta di questo mondo immaginifico fatto di carta, fantasia e di una precisione maniacale nei gesti. “Essendo un soldato, l’arte era lontana dal mio essere, così come il lato nascosto della luna – racconta Garibi –. Ma la vita riserba sempre sorprese e una volta lasciato l’esercito ho deciso di sperimentare un altro campo. Dopo più di trent’anni di pratica con gli origami, una scintilla di creatività era comunque presente in me. Così, dal 2008 ad oggi, ho progettato nuovi modelli, disegni e lampade, il tutto con le regole di questa disciplina, vale a dire senza colla e tagli, ma solo con pieghe e grinze”. L’incontro con Gal Gaon, proprietario e direttore artistico della Talent Design, dà nuovo impulso all’estro artistico ancora nascosto in Garibi, che comincia così a utilizzare nuovi materiali. Primo tra tutti proprio l’acciaio e dalla fusione tra il metallo e l’antica tecnica giapponese nascono così le sue opere più recenti: “Vertical landscapes”, paesaggi verticali in cui si alternano promontori argentei e valli metalliche; “Diamonds”, dove la lastra s’accartoccia per riprodurre le forme del prezioso minerale; o ancora “Cross”, un’installazione formata da tre blocchi distinti disposti per l’appunto a forma di croce. Il tutto creato seguendo le ferree regole degli origami, vale a dire senza l’utilizzo di saldature, ma piegando a mano il metallo, una tecnica unica al mondo. La prossima sfida per Garibi sarà quella di riuscire a utilizzare il legno, materiale molto meno duttile, ma dall’indubbio fascino.
di Luigi Piscitelli