Una catena alberghiera formato ‘small’ (se non altro per la posizione circoscritta delle sue strutture), ma all’avanguardia, che piace al pubblico e macina profitti. Il segreto? Coerenza, sobrietà e un gusto impeccabile che non tradiscono mai le aspettative.
Sette alberghi, uno dei migliori ristoranti del paese e un club esclusivo: a conti fatti stiamo parlando di una piccola catena nazionale, che tuttavia ha saputo distinguersi tra le ‘pareti domestiche’ (e non solo) grazie a un’attenta analisi del suo pubblico e soprattutto a un incredibile gusto in ogni dettaglio, elementi che la rendono oggi tra le mete più interessanti a livello europeo.
“Il vero punto di forza di Nobis Group”, spiega Andreas Cavallius, general manager del Nobis Hotel, “sta nell’aver mantenuto integra la peculiarità dell’edificio che ospita ogni albergo, lavorando solo sull’atmosfera e sui dettagli di stile che all’interno si svelano ai clienti. Lo studio Claesson Koivisto Rune che da sempre si occupa della ristrutturazione e degli arredi è riuscito a far dialogare il passato e il presente della grande Svezia in modo davvero straordinario”. Il risultato sono hotel di charme, eleganti, ma non pretenziosi, moderni ma con un occhio di riguardo allo stile e ai colori del paese, dove si punta sulla piacevolezza dello stare libero da formalità ed eccessi.
E pensare che il punto di partenza è stato uno dei più rinomati ristoranti di Stoccolma, Operakällare, oggi una pietra miliare, ricercatissima; da qui però la decisione di entrare anche nel settore alberghiero è stata facile e, conti alla mano, di successo: accanto al centralissimo e lussuoso Nobis in Norrmalmstorg e all’Hotel J di Stockholms Newport, oggi parte dei Design Hotel, è recentemente nato Miss Clara, un curioso mix di Art Nouveau (l’edificio disegnato da HagStrom & Ekman risale al 1910) e classico contemporaneo a cominciare dall’ingresso ‘dominato’ da un piacevole ristorante-bistrot: concedersi una pausa di relax o un gustoso break nello storico Ateneo femminile rivisitato è un must a cui si sottraggono in pochi. Senza nulla togliere al fascino del centro cittadino e a un pranzo all’Operakällaren.
di Barbara Carbone