Dal 21 ottobre scorso, nella Villa Reale di Monza, si può ammirare l’incredibile opera di uno degli artisti di arte povera più conosciuti al mondo: Michelangelo Pistoletto. Una creazione che fa da ponte tra le meraviglie architettoniche del passato e la nuova visione “altalenante” ed ecosostenibile del futuro, il tutto nell’ottica della bellezza formale.
Sembrava quasi impossibile. Quando, qualche decennio fa, si parlava di riciclo, di recupero e di riutilizzo si aveva l’impressione di essere difronte a sfide improponibili. La questione risultava assai più complessa se il materiale al quale dare “nuova vita” era quello di carattere elettronico e tecnologico: costi elevati di smaltimento, inadattabilità, responsabilità ambientale. Oggi si assiste a una nuova era di rivoluzione industriale nella quale, il business, è proprio quello di riportare in vita ciò che si è distrutto o ciò che distrugge. Quando l’Arte prende le redini del potere, allora ci s’innalza e l’ambiente, la storia, la ricchezza di un luogo fanno da testimoni a nuove creazioni. E’ il caso di Michelangelo Pistoletto, artista biellese di fama internazionale che, sotto commissione di Ecodom – Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici – ha realizzato I Temp(l)i cambiano, un’opera del 2009, da poco in esposizione definitiva nella Villa Reale di Monza dopo aver fatto tappa in molte parti d’Italia. L’opera, alta più di 3 metri per altrettanti di larghezza, con un peso totale di circa 300 kg, è stata realizzata interamente con Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Un’istallazione che raffigura un tempio inclinato dal movimento flessuoso, composto da 32 cestelli di lavatrice incastrati l’uno sull’altro per le colonne e da decine di serpentine di frigorifero per il fregio del timpano. L’inclinazione sta a significare il passaggio “oscillante” dell’era del progresso a quella indispensabile del riciclo.
“I temp(l)i cambiano, c’è una costante trasformazione” dichiara Pistoletto “Le metamorfosi includono anche le funzioni di luoghi e oggetti. Ne è un esempio la stessa Villa Reale di Monza, un tempo residenza nobiliare. Allo stesso modo, tutti gli oggetti di casa subiscono mutamenti ma, durante il processo di trasformazione, devono essere reinterpretati e recuperati, così da attribuirgli un nuovo ruolo”. Ed ecco come le parti di una lavatrice o di un frigorifero diventano Arte, in un continuo dondolio d’idee e progetti: l’Arte che diventa futuro.
di Maddalena Baldini