Dopo aver vinto una sfida, quella di ottenere una stella Michelin al ristorante Dattilo in Calabria, da qualche mese lo chef Frank Rizzuti, ha iniziato una nuova avventura e ha aperto a Potenza il suo ristorante gourmet scommettendo su una brigata di cucina giovane e piatti della tradizione per far riscoprire attraverso il gusto i piaceri della sua terra.
Preferirebbe sicuramente raccontare la sua filosofia attraverso i piatti che cucina. Dice, infatti, che l’unica cosa interessante da scoprire siano le sue ricette. Ma anche attraverso le parole riesce a stupire per il suo non sentirsi arrivato, che si trasforma ai fornelli in una continua ricerca e studio degli ingredienti per dare origine ad accostamenti nuovi e sapori inediti o semplicemente riconfermare con un tocco moderno la bontà delle tradizioni.
Come è nata la decisione di aprire il ristorante che prende il suo nome, Frank Rizzuti Cucina del Sud, a Potenza?
Nel 1995 con un po’ di inesperienza avevo aperto l’Osteria Marconi, poi nel 2002 ho iniziato la mia consulenza al Dattilo, a Strongoli in Calabria, con tante soddisfazioni, ma sentendo il bisogno di tornare a casa vicino alla mia famiglia. Per questo ho deciso di puntare sulla mia città di origine con il desiderio di diventare un punto di riferimento in Basilicata per la cucina tradizionale del sud, con uno sguardo sempre rivolto al futuro e chiamare a raccolta gli appassionati della buona cucina che vogliano scoprire piaceri regionali con qualcosa in più.
Che cosa vuol dire per uno chef ricevere una stella Michelin?
Da una parte si potrebbe pensare che sia solo un riconoscimento come un’altro, ma in realtà è ‘Il Riconoscimento’ per ogni chef, ed è molto importante a livello internazionale. Per me ha ancora più valore averlo raggiunto in Calabria, nella provincia di Crotone, un territorio davvero inesplorato da questo punto di vista.
Quale bagaglio professionale si è portato nel nuovo ristorante?
Il confronto con colleghi con più esperienza. Ho avuto la fortuna di lavorare con Ferran Andrià al Bulli, con Massimo Bottura, con Giovanni Esposito e quando hai la possibilità di vedere all’opera certi personaggi sai sicuramente che imparerai qualcosa di nuovo che ti rimarrà anche nei tuoi piatti.
Pensa che sia importante per uno chef essere il più possibile informato sulle novità culinarie del momento?
Mi piace molto tenermi sempre aggiornato, leggere e studiare libri di cucina.È importante essere sempre in continua evoluzione, le cose sembrano più belle quando sono anche delle novità.
Con chi le piacerebbe dividere i fornelli?
Bottura è sicuramente quello che stimo di più e mi ha emozionato di più perché riesce davvero a trasmettere il suo pensiero nei piatti che porta in tavola e credo che questo dovrebbe essere il punto di arrivo di ogni chef. Oppure con Salvatore Tassa per la sua cucina istintiva ed emozionale.
di Benedetta Bagni
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