Al Fuorisalone di Milano, sbarcano sette giovani, premiati e competitivi studi di design di Singapore. È la prima mostra del Singapore Furniture Design Council che promette di portare nella capitale del design un po’ della nuova creatività orientale.
C’è sempre più Oriente alla Milano Design Week. Basti pensare al neonato distretto Sarpi Bridge (nel cuore della “china town” Milanese) dove si svolgerà da domani l’edizione zero dell’Oriental Design Week, con prodotti da Giappone, Cina e Corea. Ma è sufficiente anche fare un giro in Zona Tortona per accorgersi che l’Oriente è sempre più vicino. All’ex-Carrozzeria di via Tortona 32, sbarca Singapore Lah! The Design Showcase! la prima mostra del Singapore Furniture Design Council (Sfic), organo ufficiale del governo di Singapore, che porta a Milano i migliori, i più giovani e i più premiati designer del paese. In tutto, l’operazione coinvolge 7 studi di design: Acidstudio, Creativeans, Desinere, Jarrod Lim Design, Kelvin Teo, NextOfkin Creatives, Studiorigins. In mostra ci sono 61 nuove creazioni made in Levante. Noi abbiamo intervistato il direttore generale del Sfic, Mr. Ernie Coh, per capire dove e come si sta spostando il design…
Siete alla Milano design week per la prima volta: cosa vi aspettate?
Milano è sempre stata considerata una della città più importanti al mondo per la moda, il design e l’arredo in particolare. È un luogo imprescindibile per scoprire nuovi trend. In particolare, Zona Tortona, l’area in cui esibiamo, raccoglie un buon mix di business internazionale e giovani entusiasti del design. Qui, durante la settimana del design, ci sono le esposizioni di oltre 200 aziende, su più di 30.000 metri quadrati e il pubblico atteso supera le 100.000 persone da tutto il mondo. Ci attendiamo quindi un volume importante di affari e soprattutto una buona esposizione – anche mediatica – dei brand che presentiamo.
Al di là della design week, pensate che l’Italia possa rappresentare uno sbocco importante per i vostri prodotti di design?
Assolutamente sì. L’Italia è uno dei paesi più importanti in Europa in questo settore, con la sua qualità negli arredi e le sue skill nella ricerca e nello sviluppo di tutti i processi produttivi associati al design.
Designer di Singapore e designer italiani: cosa hanno in comune?
Sia gli uni sia gli altri condividono lo stesso obiettivo: dare il meglio nelle loro capacità produttive e sviluppare progetti competitivi. Entrambi i paesi sono considerati, nei rispettivi emisferi di riferimento, come luoghi moderni, efficienti: epicentri ideali per tutti quegli imprenditori dell’arredo che si spingono lontano.
Cosa può darvi il design italiano? E viceversa, cosa possono imparare i nostri creativi dai vostri giovani ma già premiati designer?
Quando si parla di italian design, spesso ci si riferisce a un gruppo specifico di aziende che hanno enfatizzato molto i fondamentali dell’arte e del design e che oggi rappresentano la “filosofia del design business”.
Singapore, con il suo business in evoluzione e una struttura produttiva che privilegia la creatività nel design, si propone come una sorta di trampolino per il design del futuro, ma anche come porta d’ingresso all’Asia.
Come creare un più stretto rapporto tra le nostre due economie?
Tra i nostri compiti, vi sono anche quelli di generare, ad esempio, collaborazioni trans-culturali in termini di mostre e progetti di design, ma facilitiamo anche lo sviluppo dei contatti professionali e le iniziative imprenditoriali tra i due paesi.
I prodotti che presentate in anteprima al Fuorisalone attraverso quali canali verranno commercializzati una volta terminata la fiera?
Ci prefiggiamo di identificare una nicchia di mercato e quindi cercheremo poi canali distributivi come negozi, grossisti, ma anche produttori nell’industria del mobile, fino a gallerie di art-design in particolare per edizioni limitate.
Stile o innovazione: cosa conta di più?
Come per l’Iphone: l’innovazione dovrebbe venire prima in modo da creare un nuovo stile internazionale.
Tra dieci anni, secondo il vostro punto di vista, dove sarà il design?
Tra dieci anni, l’Asia sarà il posto per progettare, fare ricerca e sviluppo, produrre.
di Simona Carletti