Elegante e versatile, meraviglioso nella sua struttura se usato come base per lo Spumante e intrigante se vinificato per vini fermi. Ecco il Pinot Nero, un vitigno volubile e bizzarro o signorile e altèro… da trattare (e coltivare) con i guanti bianchi.
Un’uva difficile da coltivare e difficile la lavorare: nel primo caso perché richiede terreni particolari e un clima capace di portala a maturazione in modo costante e lento, nel secondo caso perché si rischia di perdere tutta la ricchezza organolettica, creando così un vino “banale e povero”. Parliamo del Pinot Nero, vitigno re per Spumanti e Champagne ma capace di dar vita a illustri bottiglie anche vinificato fermo e in purezza. Tralasciando i gusti soggettivi e le diatribe personali, si è quasi del tutto concordi nell’identificare la Borgogna come terra elettiva del Pinot Nero: a dire il vero già se ne parla con Plinio Il Vecchio quindi, con tutta probabilità, quest’uva è presente sul suolo francese da oltre 2000 anni.
Fortunatamente non è solo un lusso da scoprire oltreconfine! Anche in Italia ha fatto il suo ingresso e ha trovato degna collocazione in molte regioni, svelando tutte le caratteristiche che lo rendono unico e inimitabile per colore, olfatto e gusto in un mix di componenti che, neanche a dirlo, si incastrano alla perfezione con alcune delle zone vocate… l’Alto Adige, giusto per fare un esempio. Per la precisione nelle zone tra Termeno e Mazzon dove, nella metà del 1800, Ludwig Barth von Barthenau (professore all’università di Vienna e appassionato di viticultura) piantò per primo il Pinot Nero, negli ettari di terreno oggi della Tenuta J. Hofstätter. Cosa esprimono i loro vini? Quali i “segreti” del Pinot Nero in purezza Barthenau Vigna S. Urbano Alto Adige Doc? La parola ad Andrea Gori, esperto sommelier e grande intenditore, a lui il merito (e la fortuna) di aver fatto una verticale tra le diverse annate, compresa quella del 1969, pubblicata su intravino.com
Di Andrea Gori (da intravino.com)
Storia verticale del Barthenau Vigna S. Urbano Pinot Nero Hofstaetter dal 1969 al 2012
Hofstaetter è una delle aziende più estese dell’Alto Adige: quasi 50 ettari di vigneto, più altri 80 che forniscono uve acquistate e vinificate. Ma i filari più importanti e preziosi sono forse proprio questi sull’altipiano di Mazzon, esattamente dall’altra parte della valle rispetto alla casa madre a Termeno. La storia del pinot nero in Alto Adige va indietro nel tempo, fino al 1850 con l’Arciduca Giovanni di Asburgo.
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