In una storica Villa italiana, oggi nella mani del FAI, rivivono gli esperimenti e le teorie dei grandi espressionisti americani degli Anni ’70.
Un tuffo nel passato, un passato vicino, certo, se si considera che stiamo parlando degli Anni ’60-’70, ma ugualmente distante anni luce se paragonato a quanto siamo abituati ad assistere oggi nel campo dell’arte; eppure un’immersione a Villa Panza di Varese è un’esperienza unica. Per la lungimiranza con cui Giuseppe Panza seppe selezionare e portare a casa propria artisti di grande spessore, per la modernità con cui le opere da lui scelte sono state, nel corso degli anni, esposte all’interno della Villa, ma soprattutto per il garbo con cui sono state inserite le attuali installazioni della mostra Aisthesis, All’origine delle sensazioni degli artisti Robert Irwin e James Turrell, in programma fino al prossimo 2 novembre 214.
Il merito, oltre che del mecenate scomparso a cui si deve il lascito della Villa e di quanto in essa raccolto, è del Fondo Ambiente Italiano per l’Ambiente e del Los Angeles County Museum of Art (Lacma) che insieme hanno dato vita a una mostra sulla luce e sulle sensazioni che la luce è in grado di generare. Il percorso che si sviluppa attraverso molteplici ambienti, presenta due installazioni site specific: un Ganzfeld, uno spazio ampio, chiuso e senza soluzioni di continuità dove lo spettatore si perde in una dimensione colorata estraniante, e Villa Panza 2013, un’opera costruita per far rivivere gli spazi della limonaia in un ideale dialogo conVarese Scrim 1973, situato al primo piano delle Scuderie. Questa seconda opera gioca sugli effetti della luce filtrata dalle pareti esterne e a loro volta proiettati su candidi velari bianchi: un modo per capire oggi, più di ieri, certe sensazioni immateriali ogetto di studio in quegli annidi molti artisti americani.
In mostra, oltre agli scritti che testimoniano il lungo rapporto tra gli artisti e Panza sia in Italia che negli Stati Uniti, ci sono anche molte altre opere di Irwin e Turrell, grazie all’intervento del direttore del Lacma, Micheal Govan: a lui si deve l’esposizione di alcuni tra i più conosciuti Projection Pieces di James Turrell: Wallen (White) del 1976, Shanta (Blue) del 1967 e Afrum I (White)del 1967, ma anche il dialogo tra i due artistiattraverso alcuni lavori storici di Robert Irwin, comeUntitled(Dot Painting, One of a Series of 10 each unique), dipinto realizzato tra il 1963 e il 1965, untitled, disco convesso di acrilico del 1969, proveniente dal Museum of Contemporary Art di San Diego e Untitled (Column), 2011,un’alta colonna di plastica trasparente riflette luce e colori secondo gli spostamenti del sole all’esterno.
di Barbara Carbone