Se il quadro vale più del bond

mercato dell’arte | Senza categoria
15 dicembre 2009

La crisi ha fatto rivedere a molti i propri piani finanziari. Facendo emergere accanto a vecchie certezze (l’oro) nuove opportunità, come la pittura contemporanea. Che, a dispetto delle credenze, è un interessante investimento alla portata di (quasi) tutti

Investire in opere d’arte contemporanea. Da subito può apparire un’attività per ‘pochissimi’ eletti, i soli che, grazie a una certa disponibilità nel diversificare i propri investimenti, sembrano potersi permettere di acquistare quadri e sculture. In realtà con l’avvicinarsi della fine della crisi finanziaria, con un po’ di pazienza e con qualche consiglio dagli esperti, nel campo artistico ed economico, anche con budget contenuti, si può cominciare a costruire una piccola collezione. Che nel tempo può assicurare la crescita del portafoglio, con risultati a volte sorprendenti. Il mondo dell’arte va considerato un investimento a medio-lungo termine, con il vantaggio però di non presentare i rischi insiti nei corporate bond e nel mercato azionario. A mettere in luce questo fatto hanno contribuito alcuni recenti studi realizzati dall’Area Research&Intelligence di Banca Monte dei Paschi di Siena, dai quali sono emersi i due indici sintetici, Mps Global painting art index (Mpsgpa) e Mps Art market value index, che hanno permesso di valutare l’attuale situazione del mercato dell’arte, non regolamentato da nessun indice di tipo finanziario.

“Il secondo semestre dell’anno ha dato segnali ‘incoraggianti’ per una possibile ripresa del mercato dell’arte (vedere grafici a pagina ??) – evidenzia Pietro Ripa, autore della ricerca per Mps – che ha risentito della crisi con circa un anno di ritardo rispetto ad altri settori. La frenata nel secondo semestre 2008 era stata repentina e rilevante, in particolare negli Stati Uniti, ma gli ultimi dati, rilevati a ottobre 2009, hanno dimostrato che il trend recessivo si è interrotto anche se le variazioni, anno su anno, rimangono negative: il mercato Usa ha registrato una flessione del 16%, mentre quello europeo del 23%”. L’intento del gruppo senese è quello di creare uno strumento innovativo, che diventi il punto di riferimento nelle quotazioni di mercato delle opere d’arte in Italia. “Al momento i nostri indici sono stati utilizzati da diverse università e da alcuni galleristi per avere una migliore visione del comparto – prosegue Ripa. – Per il futuro il nostro intento è quello di inglobare negli indici Mps che abbiamo creato anche una parte delle quotazioni del mercato privato che non passa dalle aste (come ad esempio quelle delle più fiere di settore), trasformandoli così in strumenti che possano fungere da riferimento per chi vuole valutare le opere da acquistare”. Non facendo parte di un mercato ‘indicizzato’, i prezzi delle opere d’arte sono frutto di una mediazione composta da numerosi elementi. Quando si deve stabilire la quotazione di un quadro si tiene conto dei valori commerciali raggiunti dall’artista che lo ha realizzato, che dipendono in primo luogo dall’ambito territoriale in cui opera (nazionale o internazionale, ad esempio). Successivamente, il mercato attribuisce ai dipinti con colori ad olio una valutazione maggiore, poiché questo tipo di produzione ha una durata quasi illimitata. Nella stima finanziaria, seguono poi le opere su carta: i disegni a tempera, a china o matita, il pastello e l’acquarello. Ma anche le dimensioni di un’opera sono essenziali per definirne la valutazione: a parità di tecnica e d’autore, più grande è il quadro maggiore sarà il suo costo, sebbene spesso le dimensioni eccessive (sopra i 2 metri) ne diminuiscano il valore per difficoltà di trasporto e ambientazione.

“Un altro fattore importante, che viene spesso sottovalutato da chi acquista – spiega Ripa – è il cosiddetto ‘dividendo estetico dell’opera’: per far aumentare il proprio valore, l’opera deve entrate all’interno di precisi circuiti ed essere così richiesta per eventuali mostre o esposizioni”. Anche il periodo di realizzazione può essere determinante, proprio come la tipicità: un artista di grande calibro è riconoscibile dal suo specifico segno pittorico, dai colori adoperati, dalle atmosfere espressive, ma soprattutto da alcuni temi che lo hanno fatto emergere. Senza dimenticare la piacevolezza del soggetto, altro elemento cruciale nella variazione dei prezzi.

Non si deve poi dimenticare che nell’arte contemporanea, la morte di un artista provoca quasi subito l’aumento delle sue quotazioni a patto però che le sue opere non siano rare: una produzione troppo limitata può influire negativamente sulle quotazioni di un pittore, poiché se mancano i quadri da vendere vengono meno gli scambi, gli stimoli all’acquisto con la conseguente stagnazione dei valori commerciali. Così come un’eccessiva realizzazione di quadri, può dar luogo all’inverso, ovvero far sì che venga apprezzata (e ben prezzata) dal mercato soltanto una parte più o meno grande della sua produzione.

Ultimo, va sfatato il mito che un ottimo investimento in arte richieda l’esborso di cifre considerevoli. Nel mercato contemporaneo italiano, infatti, investitori con un budget compreso fra i 40mila e gli 80mila euro, si possono già considerare di alta gamma e si possono permettere di acquistare opere di autori già noti, con quotazioni già destinate a crescere nel tempo. I professionisti che invece scelgono di investire cifre differenti, intorno ai 10mila euro, possono optare per artisti giovani, con qualche rischio in più, ma, talvolta, con maggiori possibilità di ritorno economico. Chi infine dispone di cifre ancora inferiori, può mirare a una parte della produzione su carta: il mercato dei disegni e della grafica numerata è un settore assai interessante e remunerativo, specie in relazione alla spesa.

Ovviamente per iniziare ad acquistare opere e soprattutto per rendere ‘interessante’ il proprio investimento bisogna sempre essere sufficientemente informati. In caso contrario, meglio affidarsi alla consulenza di un esperto, che non solo è in grado di valutare le variabili economiche del mercato, ma sa intuire le tendenze emergenti e i giovani artisti che potranno presentare ampi margini di rivalutazione.

di Viviana Neri

Lascia un Commento