Quello che Steve Jobs ha fatto nel mondo della tecnologia, Stefano Passerotti vorrebbe realizzarlo con la natura. Fiorentino e figlio d’arte, questo “giardiniere coraggioso”, come è stato ribattezzato, coltiva – è proprio il caso di dire – il sogno di farla diventare “cool”, specie tra i giovani.
Un oggetto del desiderio di cui non poter più fare a meno, come se fosse l’ultima versione di un iPhone. “Mi sto battendo per riavvicinare le persone alla natura – racconta Passerotti –, perché molti, soprattutto tra i ragazzi, non sanno cosa significhi trascorrere parte del loro tempo tra di essa. Questo è successo perché noi ce ne siamo allontanati. Anzi, abbiamo abusato della sua benevolenza e il risultato è che oggi la natura sta cercando di farsi sentire, provocando quasi quotidianamente quelli che per noi rappresentano disastri ambientali”.
Facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti dal nonno Salvatore e soprattutto del padre Oliviero, entrambi giardinieri, Passerotti da tempo collabora con musicisti e designer per creare vere e proprie “installazioni naturali” nelle quali il visitatore è chiamato a interagire con le piante e i loro “suoni”. Una ricerca costante che lo ha portato a ricevere importanti riconoscimenti internazionali, come la medaglia d’oro al “Hampton court palace flower show” 2014 di Londra – una delle manifestazioni più importanti a livello mondiale – con la sua opera “Connecting with the real sound of nature”. “Ciò che sto cercando di fare è creare eventi che abbiano come fine il ricongiungimento tra essere umano e natura – spiega Passerotti –. È necessario infatti che tutti, in modo particolare i giovani, tornino ad avere coscienza di questi fenomeni. L’abuso della tecnologia ci ha fatto dimenticare la nostra provenienza. Per questo motivo ho voluto realizzare un oggetto che ricreasse i suoni della Madre Terra, grazie anche all’aiuto del compositore Francesco Mantero, che ha registrato i rumori dei boschi intorno al Lago di Como”.
Ma i successi del garden designer fiorentino nel 2014 non si fermano qui. La sua opera “The inner path” si è infatti aggiudicata la medaglia d’argento al “Gardening world cup” di Nagasaki, prima volta per un italiano chiamato a rappresentare il proprio Paese in Giappone. “È un giardino che racconta l’intero arco della vita di un essere umano, dalla nascita alla morte – sottolinea Passerotti –. Le piante di cui è composto sono essenzialmente olivo, fico e riso negli specchi d’acqua, tre varietà che simboleggiano ciò di cui l’uomo necessita per la sopravvivenza”.
L’opera di “evangelizzazione ecologica” dell’artista proseguirà anche nel 2015, in particolare con un progetto che intende favorire il riavvicinamento tra uomo e natura anche in città. “Inoltre – conclude Passerotti –, vedranno la luce due grandi lavori privati in Italia e in Svizzera, nei quali sono riuscito a far accettare l’idea di un giardino privo di impianto di irrigazione e a basso fabbisogno idrico”.
- Luigi Piscitelli
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