Tecnologia col vento in poppa

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08 gennaio 2012

Il design offre soluzioni sempre innovative per chi sceglie di vivere il mare a 360°. Adattandosi alle diverse esigenze. Due estremi a confronto: il super hi-tech di Cookson Boats e l’elegante 75’ Racing Yacht di Maxi Dolphin

Due imbarcazioni molto diverse, due punti di vista complementari sul mondo della vela, ma con un unico denominatore comune: la passione e la ricerca tecnologica nel design.

QUANDO NULLA VIENE LASCIATO AL CASO - Germana Tognella, 27enne professionista nel settore immobiliare, è armatore e team manager del Cookson 50 MNL Cantankerous, una freccia in carbonio lunga oltre 15 metri, che nella scorsa stagione ha partecipato ad alcune delle più prestigiose regate fra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico. «Un puledro imbizzarrito – la definisce l’armatore – realizzato nei cantieri Cookson Boats, quelli di New Zealand per intenderci, e firmato da uno dei designer progettisti più famosi al mondo: Bruce Farr». Oltre alla linea asciutta e nervosa dello scafo, l’imbarcazione rappresenta uno step evolutivo degli yacht da regata. «Il fiore all’occhiello è sicuramente la scelta dei materiali: la barca è stata quasi interamente realizzata in carbonio», sottolinea Tognella. Gli interni sono dominati da un minimalismo che trova la sua ragion d’essere nella funzionalità, piuttosto che nella pura ricerca estetica: scese le scale, si apre un open space che ospita ai lati delle parati otto brandine per i membri dell’equipaggio. Fatta eccezione per gli elementi basculanti, tutte le suppellettili sono realizzate in carbonio. «Persino il wc – confessa ridendo Germana – ma la cosa più importante è che il forno, le sedute a centro stanza e i mobiletti della cucina non sono semplici elementi a incasso, ma fanno da elementi strutturali e colonne portanti dell’imbarcazione. Per dirla in altre parole, non si possono sostituire come se fossero normali elettrodomestici. Tolto uno, l’intera economia architettonica dello scafo ne risente». L’imbarcazione è stata pensata come un laboratorio galleggiante su cui sperimentare tecnologie e strumenti velici innovativi. Uno fra questi è il fondo dello scafo piatto, particolare insolito su questo genere di barca, che aumenta la velocità in andature portanti, ovvero quando ci si allontana dal vento, ma può dar problemi in direzione opposta. A bilanciare questo handicap ci pensano due portentose derive, caso unico in una barca di queste dimensioni: una chiglia basculante, che si muove per meglio bilanciare la spinta del vento, e il canard, e una seconda deriva poco più a prua dell’albero alto 25 metri, in grado di bilanciare il rollio dovuto alla forza del vento che batte sui lati dello scafo.

ALL’INSEGNA DI VERSATILITÀ, VELOCITÀ E COMODITÀ! Di minore spessore tecnologico, ma di grande interesse in termini di mercato, è il 75’ Racing Yacht di Maxi Dolphin, eccellenza cantieristica italiana con sede a Erbusco, in provincia di Brescia. Obiettivo dell’azienda era creare una barca capace di equilibrare alte prestazioni e comfort. Sempre più frequentemente infatti l’armatore chiede un progetto ibrido, in grado di compiere traversate oceaniche o piccoli racing con un’alta qualità di vita a bordo. Il risultato si può definire uno yacht racing o cruiser-racer. Questo settore ha conosciuto negli anni una fortissima espansione e sembra destinato a indirizzare parecchie future scelte di mercato. Il 75’ Racing Yacht, contrariamente alle barche da regata grand prix, spesso prive di comfort per ottenere maggiori performance in velocità, è comunque dotata di uno scafo lungo e snello in cui il rapporto lunghezza/dislocamento ha un valore abbastanza basso, e quindi veloce. La potenza ottenuta con una superficie velica di oltre 290 metri quadri, è bilanciata attraverso l’uso di una chiglia mobile e di ballast, ovvero zavorre che consentono di spostare grandi quantità d’acqua per ottenere il migliore assetto possibile, con una capienza complessiva di 1.250 litri. A differenza del Cookson 50, il layout degli interni del 75’ Racing Yacht non lascia niente al caso. Gli arredi ele finiture sono di prima scelta, come nella migliore tradizione degli yacht da crociera. Non si parla di lusso sfrenato, ma di una sobria eleganza accompagnata a una dotazione tecnologica di tutto rilievo, sufficiente anche per lunghi soggiorni senza approdo. Una generosa cabina armatoriale domina la prua, mentre le due cabine ospiti sono posizionate a poppa. La cucina e il salone occupano il centro della barca e completano la dislocazione degli spazi, mentre le estremità sono state lasciate vuote per necessità idrodinamiche. A conferma della versatilità di utilizzo, i controlli idraulici delle vele sono pratici per regatare ma altrettanto confortevoli per navigare, in modo che la barca possa essere portata in crociera per chi desidera solo la classica gita fuori porta, per tragitti con poche persone a bordo fino a regate con grandi equipaggi.

di Redazione

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