TUNNEL, TEATRO DI OSSESSIONI

artisti
10 ottobre 2012

 

Fotografie analogiche in bianco e nero, stampate a mano dalla pellicola. Così da “non poter essere truccate e manipolate”. Che studiano le inquietudini e le problematiche dell’uomo dei giorni nostri.

Paolo Novelli, artista che affonda le sue radici formative dentro la Fabrica di Oliviero Toscani, ha provato a dare la sua personalissima risposta attraverso il linguaggio delle immagini fotografiche. Dopo aver toccato nelle sue precedenti personali i temi della fragilità e della solitudine, ha chiuso la Trilogia della decadenza con l’ossessione, che è stata la “protagonista” di una delle sue ultime mostre Interiors. “Il presupposto del ciclo è quello d’imporre un punto di vista che richiami una dimensione intima e incombente – sottolinea Novelli. – A differenza di altri lavori sullo stesso tema, essenzialmente strutturati in ‘campi lunghi’, prospettive geometriche e rigorose, qui l’attenzione viene posta esclusivamente su un interno isolato, senza nessun legame con ‘l’esterno’”.I due precedenti temi della fragilità e della solitudine hanno trovato come sbocco finale quello dell’ossessione; in questo caso ossessione resa metaforicamente attraverso l’ambiente della galleria stradale. “Il tunnel è stato inteso non come luogo di transizione – prosegue l’artista – bensì come spazio chiuso, senza uscita, angusto, simbolicamente teatro dei travagli interiori dell’uomo. E le inquadrature, quindi, non si sono limitate a riprendere semplicemente dei muri segnati dal tempo ma hanno mirato a contestualizzare gli elementi ritratti, preferendo una leggera ma significativa profondità, emblematica di un’interazione tra spettatore e oggetto”.

di Viviana Neri

 

Lascia un Commento