ULTRABODY: l’arte attraverso il corpo, tra fascino e inquietudine

stART & go
13 maggio 2012

Nonostante mi fossi ben informata prima di recarmi alla visita di Ultrabody, un imprescindibile dettaglio mi era sfuggito: la mostra è terribilmente inquietante, come lo sono solo pochi capolavori dell’horror. Entrando nell’ambiente sotterraneo delle Sale Viscontee del Castello Sforzesco (e già questa scelta poteva farmi intuire qualcosa in proposito), mi ritrovo in uno spazio profondamente buio. Ovunque, il nero mi circonda. Le luci sono spente e perfino le opere in esposizione sono avvolte in lenzuoli neri pendenti dall’alto, e appaiono come piccole luci sospese nel nulla. A quest’ambiance magistralmente architettata, allestita da Peter Bottazzi,  non poteva che aggiungersi un sonoro roboante e solenne, con qualcosa di inquietante e attraente insieme.

 

Ultrabody, curata da Beppe Finessi, nasce con un fine ambizioso: mostrare attraverso un tuffo nella storia dell’arte e del design moderno come la creatività umana si sviluppi e si trasformi di pari passo con il corpo e con la coscienza che abbiamo di esso. E in fondo prendere coscienza del nostro corpo è qualcosa che ci affascina e spaventa allo stesso tempo: ce lo dimostra, più che mai, quest’esposizione.

 

Fino al 17 giugno

Milano, Castello Sforzesco-Sale Viscontee

Info su www.ultrabody.it

  • Chiara Martinoli

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