Come incrementare creatività e produttività

DIRE.FARE.CREARE
11 luglio 2014

Recenti studi affermano che una scrivania ordinata rende il lavoratore più efficiente. L’ordine fisico del nostro ambiente favorirebbe l’ordine mentale nella nostra routine lavorativa e quindi il rapido utilizzo delle nostre conoscenze e competenze.
Conosco più di un datore di lavoro che ha sottoscritto e imposto questa teoria, illudendosi che regole restrittive e ambienti di lavoro ordinati favoriscano la concentrazione e la produttività. Certo più una persona è rigida, più trova calzante questa teoria. Il problema è che le personalità dei lavoratori non sono tutte uguali.

Lo scorso anno l’università del Minnesota ha invece dimostrato che una scrivania o una stanza molto disordinata possono stimolare la creatività e l’innovazione. Un un luogo ordinato stimola scelte più convenzionali, mentre uno disordinato facilita il pensare oltre gli schemi.
La verità probabilmente non sta nel mezzo, ma dipende dalla nostra personalità e (certamente) dall’ambiente di lavoro: un posto bello, comodo e funzionale stimola la produttività molto più di un luogo rigido e necessariamente in ordine per costrizione calata dall’alto.

I concetti di fluidità e flessibilità degli ambienti, immediata collaborazione con tutte le figure aziendali, necessaria privacy individuale e di gruppo e condivisione di spazi di relax hanno guidato tutti i progetti che concorrono alla vittoria dell’Inside World Festival of Interiors per la categoria ‘ufficio’. Giusto per fare 4 esempi, dalla nuova sede di The Barbarian Group a New York (un tavolo potenzialmente infinito che connette ogni ufficio con le altre unità) all’Anz Tower di Sydney dell’omonimo gruppo bancario (una torre trasparente con sale e work station su tre piani connesse da scale che invitano al movimento), dall’HUB & SLC di Seul (spazi flessibili gratuiti, una sorta di città in miniatura, per start up e professionisti) alla sede dell’ente no-profit DonorsChoose.org (spazi per cultura e formazione reinterpretati secondo i principi di flessibilità, luminosità e modernità).

Signori, ho idea che la rigidità non sia la carta vincente per il business del III millennio!
O, almeno, non secondo la visione di architetti e designer.

 

Simona Scibilia

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