Si vede, si tocca, ci si entra. E ci si gioca.
Il MACRO di Roma inaugura oggi Harmonic Motion/Rete dei draghi, un’inedita installazione realizzata dall’artista giapponese Toshiko Horiuci MacAdam in occasione della settima edizione dell’evento Enel Conteporanea.
L’opera di Toshiko, con tutti i suoi colori e con le sue enormi dimensioni, colpisce senz’altro la vista. Ma non è solo l’aspetto estetico che conta in questo caso: Rete dei draghi è un ambiente da vivere, da penetrare, è uno spazio allegro e armonioso da scoprire arrampicandosi, saltellando, facendosi stretti stretti dentro ai buchi che ne permettono l’acceso. Il tutto rigorosamente senza scarpe. E’ un’opera che si comprende davvero fino in fondo solo se si riesce a rimanere bambini. Un adulto in giacca e cravatta, in tacchi e minigonna, non si avventurerà mai nell’immenso mondo incantato realizzato da Toshiko.
“Ho impiegato più di sei mesi a realizzare quest’opera”, mi rivela l’artista. “Si è trattato di un lavoro artigianale, dai tempi lunghi perché realizzato interamente a mano: l’installazione è un insieme di fili colorati accuratamente intrecciati con una tecnica molto vicina a quella dell’uncinetto”.
“La visione, anzi la fruizione, di quest’opera è assolutamente gratuita”, spiega Giovanna Alberta Campitelli, Direttore ad interim del MACRO, “così il museo si apre all’intera città”. Le fa eco Flavia Barca, Assessore alla Cultura, che assicura: “Anche al termine del tempo previsto per l’esposizione (31 dicembre 2014, ndr), quest’opera rimarrà a Roma in uno spazio pubblico.”
Non c’è energia più potente del gioco: e subito Assessore e Direttore sfuggono alle telecamere e ai fotografi per sperimentare in anteprima il gioco delle reti colorate. Poca agilità, qualche movimento impacciato, ma tanto, tanto divertimento.
- Chiara Martinoli
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