La riforma fiscale penalizza l’arte?

mercato dell’arte
27 aprile 2012

Dalla fiera AAM: Rosfer & Shakoun, Face-Off I, Courtesy Fabbrica Eos

Dalla fiera AAM: Ryan Heshka, Invisible Wave, Courtesy Antonio Colombo Arte Contemporanea

La nuova riforma fiscale penalizzerebbe la cultura e i giovani talenti. Lo affermano gli esperti che abbiamo incontrato durante Arte Accessibile Milano, la fiera d’arte contemporanea che si è chiusa pochi giorni fa.

Nei giorni scorsi, la sede del Sole24ore ha ospitato Arte Accessibile Milano (AAM), la fiera nata con l’intento di avvicinare l’arte a un maggior pubblico di appassionati, proponendo giovani artisti e talenti poco conosciuti le cui opere risultano economicamente “più accessibili” e possono in qualche modo rappresentare per chi le compra un investimento per il futuro. In tempo di crisi, questa non è certo poca cosa: sarà per tale motivo che tra i corridoi e gli stand di AAM è stato possibile respira un’aria frizzante, alimentata da proposte interessanti e idee nuove che sembra siano piaciute molto sia al pubblico sia ai collezionisti. La crisi però c’è e si vede e si rispecchia in un mal contento generale di galleristi e artisti che pensano che il mercato dell’arte sia stato fortemente penalizzato da una tassazione troppo gravosa e dalla scarsa consapevolezza della politica. “L’arte contemporanea in Italia dovrebbe essere considerata un valore – spiega Raffaella Caruso di Eidos Immagini contemporanee di Asti – ma nel nostro Paese si tende sempre a vedere la cultura come qualcosa cui si può rinunciare. Le nuove politiche fiscali non ci aiutano a rilanciare l’economia. Il bene artistico in Italia è gravato dall’Iva al 21%, mentre all’estero, mediamente, resta sotto al 10%. E questo porta a un aumento del sommerso. In più noi galleristi abbiamo anche il diritto di seguito (che consiste nel dover pagare ai nostri artisti una percentuale sul prezzo di vendita degli originali delle opere in occasione delle vendite successive alla prima). In questo contesto vengono penalizzati anche i giovani artisti perché costringono noi galleristi a fare una scelta molto rischiosa se crediamo nel valore di qualche talento e pensiamo di promuoverlo”.

Anche la nuova norma secondo cui ogni pagamento può essere fatto in contanti solo se è inferiore ai mille euro non va giù a molti: “io non mi posso lamentare dell’andamento di questa fiera – racconta Paola de Riva di Art For Interior Gallery di Milano -. Ho portato degli artisti che piacciono molto e che hanno destato interesse su alcuni compratori, ma certo le nuove leggi soprattutto quella dei mille euro spinge molti collezionisti a rinunciare a fare qualche acquisto nel nostro Paese”.

“Ho un cliente straniero che dovrebbe ritirare un quadro in questi giorni – aggiunge Raffella Caruso – ma mi ha proprio detto che non vuole venire in fiera al Miart, dove abbiamo un altro stand, per evitare di farsi vedere”.

Insomma, l’atteggiamento della politica, secondo il parere di molti espositori presenti in fiera, porta l’arte contemporanea a essere sempre più esclusiva: un concetto ben lontano da quella accessibilità promossa da AAM.

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