Autodidatta, pronto a sfidare chiunque davanti a un forno, oggi come all’età di 7 anni: quando la passione riesce a trasformare un’attività di famiglia in un caso di successo, conteso da guide e televisione

A chi gli chiede quale percorso professionale lo abbia portato al successo di oggi, risponde con genuinità “la mia voglia di riscatto”. Cristian Marasco, oggi a capo dei 3 locali di famiglia a Merate, Bonate Sopra e Garlate, ha lasciato la scuola prestissimo, avendo ben chiaro cosa voleva fare da grande: la pizza. Se da bambino era più che altro un gioco – che tuttavia aveva la precedenza su tutti gli altri – da grande è diventato il suo modo di dimostrare una passione, oltre che un talento. Lui stesso racconta come già dall’età di 15 anni avesse compreso l’importanza del lievito madre in pizzeria, quello stesso lievito madre che ancora oggi viene prodotto da lui per tutti i locali: “Gli studi, i corsi di specializzazione e i master sono arrivati dopo, è vero, perché forse avevo bisogno di mettermi alla prova subito e dimostrare a me stesso, prima che agli altri, cosa ero in grado di fare”.

E cosa sapeva fare oggi si chiama la Pizza 96 ore: un prodotto ottenuto da impasto indiretto, quindi con una prima lievitazione di tempo variabile in funzione di temperatura e stagione, e una seconda lievitazione durante la quale l’impasto viene rinfrescato e chiuso fino a completa maturazione. Il tutto utilizzando un blend di 4 farine diverse, biologiche e macinate a pietra che insieme alle 96 ore di lievitazione conferiscono alla pizza della Grotta Azzurra – così si chiamano i suoi ristoranti – una leggerezza e una digeribilità uniche.

A vederla dall’esterno sembrerebbe una cosa ‘semplice’: “E lo era per me, che sono cresciuto a pizza e latte”, continua Marasco. “Ma sicuramente non lo era per tutti, anzi: i primi premi – stiamo parlando del 1996 – li ho vinti proprio per questo motivo, proponendo le mie origini (la pizza) arricchite con insoliti abbinamenti d’ingredienti italiani”.
Quello che è certo sono i risultati ottenuti in poco più di vent’anni: il podio ai Campionati della Pizza Italiano, Europeo e Mondiale; le onorificenze in tutta Italia e la recente partecipazione all’Alice Master Pizza. Ma, soprattutto, gli apprezzamenti del pubblico che frequenta i suoi locali e che oggi, a distanza di anni, sta apprezzando anche l’evoluzione della carta delle pizze, ridotte nel numero per guidare negli assaggi e forti di un nuovo progetto: la pizza contemporanea. L’unione tra pizza e cucina, soffice e, allo stesso tempo, croccante, farcita con prodotti di altissima qualità e pensata per essere condivisa. Perché la tavola deve essere un modo di apprezzare sì il buon cibo, ma anche la buona compagnia.

 di Barbara Carbone