Stropicciarsi gli occhi per vedere meglio o per credere a quello che si sta vedendo. ‘Stropicciare’ una foto per rendere meglio il suo oggetto, fino a renderlo concreto come quando compare nel piatto. Ingredienti in scena.
Lei, una veterana nel suo campo; lui, non ancora, ma tutto fa pensare che lo diventerà presto, ovviamente in altro diverso anche se affine. Milanese di adozione (in realtà nata a Venezia) Francesca Moscheni non ha bisogno di molte presentazioni: i suoi lavori, i suoi ritratti e forse più di tutto i suoi reportage sul cibo – ma non solo – raccontano a sufficienza una carriera di successi, coronata negli ultimi tempi da diverse mostre personali in giro per l’Italia.
Andrea Pisani che molti associano al suo primo locale in ‘assolo’, I Tre Cristi di Milano è agli esordi di una promettente guida ai fornelli, ma già noto nel mondo della grande cucina, dove ha avuto l’opportunità (e la fortuna) di lavorare acconto a nomi del calibro di Gualtiero Marchesi, Enrico Crippa e Carlo Cracco.
Cosa ci fanno insieme? Hanno deciso di creare un gioco – a quattro mani, potremmo dire – di sensazioni che dalla vista di alcuni semplici ingredienti passa prima alla loro degustazione ‘visiva e tattile’, attraverso le suggestive immagini di Francesca Moscheni, rese per l’occasione su una carta fotografica dal sapore corposo, materico, quasi tridimensionale, per poi finire in quella gustativa del piatto creato dallo chef Pisani. Perché a farla da padrone in cucina, ma in generale nella vita, sono i ‘volti’ delle persone che hanno contribuito a generare un progetto: in questo caso gli ingredienti che, messi assieme dalle mani di due abili artisti, hanno saputo raccontare la sinfonia dei sapori di un piatto prima di iniziare il concerto e l’esecuzione dello stesso.
Per un pubblico ogni giorno nuovo, come quello che assiste alle performance di formazioni musicali di genere e repertorio diverso, anche la mostra allestita alle pareti de I Tre Cristi (Ritratti su carta, dal 3 al 17 maggio 2018), sarà aperta a chiunque abbia voglia di provare a capire quali note compongono realmente la partitura di un ristorante, letta per l’occasione da due esperti ‘direttori’ come Roberto Mutti e Laura Maragliano.
di Barbara Carbone