Intervista a Laura Zeni e Stefano Valera

stART & go
31 gennaio 2015

È nato come una sfida, un vero e proprio salto nel vuoto. Di certo il progetto di inserire opere d’arte negli spazi di Eataly Smeraldo (il celebre emporio gastronomico di Farinetti) è un’idea nuova e assolutamente anticonvenzionale. Con la mostra Laura Zeni. Le forme del gusto, inaugurata a novembre e appena conclusasi, l’arte si è spogliata della propria sacralità per farsi conoscere a un pubblico di consumatori.

A conclusione dell’iniziativa, abbiamo chiesto all’artista Laura Zeni e al curatore Stefano Valera di parlarci dell’esperienza. Per un bilancio finale…decisamente positivo.

“Mi sono avvicinato al discorso arte-cibo curando due edizioni dell’iniziativa Arte da mangiare”, spiega Stefano Valera: “Con il tempo ho scoperto che mi piaceva molto l’idea di continuare a sviluppare e allargare il pubblico al di fuori dello spazio delle gallerie”. Da qui l’idea di parlare con Oscar Farinetti: “Eataly è un emporio di cibi di alto livello, che presuppone da parte del cliente una certa sensibilità: ho pensato che proprio questo tipo di sensibilità verso l’alimentazione, comunque non di tutti, potesse favorire anche un’apertura all’arte. Inoltre Eataly fa tutto un discorso sul valorizzare la cultura gastronomica come patrimonio italiano, dunque l’affinità con chi vuole valorizzare l’arte – altro patrimonio italiano – è molto forte”.

“Ho accettato subito di slancio questa proposta”, racconta Laura Zeni mentre mi mostra le opere all’interno dello store. “Vivo sempre tutto con grande entusiasmo. Credo che l’arte non debba essere reclusa in luoghi come la galleria o il museo. In passato avevo già inserito le mie opere in situazioni diverse, non istituzionali… evidentemente questa modalità mi è congeniale!

Chi va a una mostra d’arte è già preparato ad apprezzare le opere, ma qui è diverso: io qui offro semplicemente un’opportunità”. Laura Zeni parla di un’ispirazione che nasce ben prima del progetto con Eataly: “Alla base dei miei lavori c’è sempre il progetto, però poi si va anche a istinto. Un giorno ho iniziato a creare questi Ritratti interiori, profili umani in cui inserivo di volta in volta, come in un contenitore, tutte le mie fantasie. È diventata quasi un’ossessione, un mantra: ho creato una quantità di profili infinita, ora non so nemmeno più quanti siano. Poi, con la mostra alla Triennale Coltivare con la mente ho iniziato a ragionare sull’eco-sostenibilità: i miei profili sono diventati così esortazione a tenere sempre le antennine all’erta. Ed eccoci qui a ragionare sul cibo: mi sono divertita un sacco a creare questi lavori sull’alimentazione!”. Scherza e ride volentieri, Laura Zeni. E del resto, come spiega Valera, “l’ironia è caratteristica stilistica di questa artista: la stessa scelta di esporre opere d’arte sui banchi frigo sopra al pesce e alla carne richiede una buona dose di ironia”.

Mentre osserviamo i Radar, sculture in ferro e materiale riciclato, Laura Zeni si sofferma su alcuni lavori per parlare di ciò che le sta a cuore: “Questo è un omaggio a Carlo Petrini (fondatore di Slow Food, ndr), con le sue chioccioline e la terra, che è per me discorso fondamentale. Bisogna prendere coscienza del fatto che sì, va bene l’attenzione alla cucina – ormai c’è una vera e propria moda, un boom degli chef… ci vorrebbero dieci vite per fare tutte le ricette che ci propongono! -, ma la cosa fondamentale è andare all’origine delle cose, capire da dove arrivano i prodotti, coltivare bene la terra. Dobbiamo tornare a rispettare i ritmi della natura, mentre noi ora vogliamo tutto subito”. Poi si sofferma davanti a un altro radar-omaggio, che prende il nome di Oscar Farinetti: “Lui le antennine è uno che ce le ha belle tese! È una persona intelligente, una persona che prova. E ha provato con questa iniziativa artistica, senza sapere come sarebbe andata. In effetti anche la cucina è cultura”.

Ma il progetto che ha in mente Valera non si ferma qui: “Ci vuole tempo perché la gente capisca che anche l’arte è nutrimento, ma per lo spirito. Certo non è immediato, ma io credo che a livello inconscio uno che vede anche di sfuggita queste opere poi si porta dentro un’immagine. Per questo ho pensato a un ciclo di tre mostre che vorrei realizzare negli spazi di Eataly”. Da un lato, dunque, nuovi artisti in mostra a Milano (ma anche all’estero) negli empori di Farinetti. E poi c’è l’idea di portare la mostra di Zeni negli altri store, a cominciare da Torino.

Non è che l’inizio, insomma.

  • Chiara Martinoli

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