La scelta di perdersi nella tela alla ricerca di una nuova luminosità.
Ha scelto di legare il suo ultimo catalogo a un Manifesto Artistico e Culturale per proseguire in quel cammino che ha come unico scopo quello di suscitare nella mente dell’osservatore, ‘il dubbio, il dibattito silenzioso dell’intelletto’: Guido Profumo, artista genovese trapiantato a Minorca, ribadisce convinto nella nuova serie di opere il suo obiettivo, “contenimento-essenza-privazione”.
Cresce la dimensione delle tele, ma resta immutato il desiderio di ‘liberarsi dal conforto del certo per arricchirsi della scoperta dell’incerto’, quasi a voler dar forma ai disagi del mondo che la società sta vivendo e che nel manifesto trovano un arpione solido a cui aggrapparsi tutti insieme: solo la condivisione della realtà può condurre all’essenziale e alla verità.
Barbara Carbone
(Preludio a un Manifesto Artistico culturale e colturale Essenziale)
Azzerate le discussioni, buttate per aria le convenzioni – le une e le altre inerti sulla crisi della nostra società – in attesa di una resurrezione o almeno di un’alba in cui i fermenti migliori della nostra comunità trovino un comune alimento, proponiamo un minimo denominatore culturale ancorato a ciò che è solo umano e ci rende tale: il linguaggio e la condivisione (di cibo, di parole, di idee, di bellezza… di Arte).
Un’Arte che sia condivisibile, oltre qualunque definizione, moda, tendenza, “scuola”, manifesto, dovrebbe essere oggi un linguaggio e un nutrimento per un’umanità in cerca di se stessa.
Non è compito dell’Arte dare spiegazioni, ma l’Arte può farsi sintomo e terapia dei disagi del mondo, può e deve essere il “gancio” con cui legare la realtà a ciò che ci rende umani, la condivisione, la creatività, la bellezza.
Il gancio dei “camalli” (scaricatori di merci nel porto di Genova) e i sacchi di grano, tabacco, caffè, cotone erano la nuda realtà.
Ma era il successivo gesto con cui il camallo arpionato il sacco lo lanciava idealmente verso la città e la sua gente che trasformava quella realtà in tutta la vita che sarebbe stata.
Un gesto sempre uguale e sempre diverso… e l’Arte che muove sempre da un gesto, per quanto umile; l’Arte che è sempre intessuta di materia e di realtà.
Di realtà ma non di certezze quando la realtà è anche incertezza e fragilità.
E l’Arte non è allora scoperta dell’incerto, non è sempre mediazione e ricerca tra la realtà e tutto l’incerto che abbiamo intorno?
Il gesto del camallo quasi come un manifesto, ad arpionare la realtà e i suoi bisogni, gesto sempre uguale e sempre diverso, cercando di arpionare una verità (tra realtà e incertezze).
In questa duplice dimensione, in questa necessità e con questa convinzione:
• Noi riteniamo che l’Arte possa essere l’approdo della dignità e che l’Arte possa essere una leva per la ricerca di dignità.
• Noi riteniamo che l’Arte contemporanea non debba solo limitarsi a essere specchio dei tempi ma in base a ciò che essi manifestano abbia il profondo dovere di esortare e indicare e non limitarsi alla mediocre ricerca del momentaneo consenso.
• Noi riteniamo che l’Arte come ogni gesto umano “agganciato” alla bellezza come alla realtà debba essere sine cera, ovvero sincera, con riferimento profondo al significato etico della parola stessa: compiere scelte non ambigue e l’essere responsabili per se stessi e gli altri, in definitiva di ogni altro e anche nelle comunità immense e globali dei nostri tempi.
• Noi professiamo lo sforzo di liberarci dal conforto di certezze predefinite per arricchirci della scoperta dell’”incerto”, del nuovo e del diverso.
• Noi riteniamo che le parole cultura e coltura (stessa “radice” dimenticata) abbiano bisogno di essere riconsiderate nella loro natura genuina originale.
• Noi riteniamo che, in questi momenti saturi e al tempo stesso vuoti, “privazione” e “contenimento” possano essere capisaldi per un percorso indirizzato a liberarsi del superfluo e degli eccessi, un percorso di sottrazione volto a concentrarsi sulla sostanza… sull’ESSENZIALE.
Il nostro movimento, ancorché proposto e concepito da un artista pittorico che si ritiene tale “per scelta e vocazione”, è rivolto e aperto a tutto il tessuto artistico e culturale, a qualsiasi manifestazione artistica e di pensiero, ma anche e soprattutto al sociale tutto, nessuno escluso, compreso il mondo delle imprese che, attraverso un virtuoso percorso di ricerca e innovazione, possono responsabilmente orientare il percorso futuro sociale gli stili di vita e il benessere dell’individuo nel senso più essenziale e nobile della parola stessa.
Guido Profumo