Dal 26 febbraio, apre a Parigi presso la Galleria Tornabuoni la prima retrospettiva di Giuseppe Capogrossi, artista riferimento dell’Informale segnico in Italia. Nulla a che vedere con gli antipatici contenziosi del passato (peraltro ancora irrisolti), nessuno scippo della Gioconda: le trenta opere che a breve saranno presenti presso la Galleria Tornabuoni rappresentano un vero e proprio omaggio al grande talento italiano. Un passo importante e significativo per Parigi, che per la prima volta ospita una mostra interamente dedicata all’artista.
Non sono facili da comprendere gli infiniti segni, sempre uguali a se stessi, ripetuti sulle numerose tavole di Capogrossi. Sorta di pettini, forchette, lettere E: è difficile, e inutile forse, cercare di collegarli a un qualcosa di concreto e materiale. Certo è che questi segni, dipinti con tanto fervore e incredibile insistenza, risvegliano nello spettatore un sentimento ancestrale, primigenio: è la potenza dell’essenzialità ridotta all’estremo, in cui il disegno si fa elemento puro, entità. E in questa sua semplicità sembra richiamarsi (appunto) a un mondo preistorico.
Colpirà allo stesso modo i francesi? C’è più di un mese per scoprirlo. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 6 aprile.
- Chiara Martinoli
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