L’importante è partecipare: Estroverso e la soluzione interattiva

stART & go
15 febbraio 2013

“Tutto è iniziato una sera di quattro anni fa, davanti a un bicchiere di rosso, durante una partita di backgammon…”

Comincia così il racconto di Matteo Barbieri, 24 anni, milanese, co-fondatore di Estroverso con Giulio Bertolotti, stessa età. Quella serata, tra una chiacchiera e l’altra, nasceva – quasi per caso – l’idea di realizzare una mostra d’arte contemporanea che valorizzasse il talento di artisti ancora senza nome, esponendo opere di giovanissimi e appassionati. Alla chiamata risposero in una quindicina, e la

mostra ebbe un discreto successo. Da allora è passato molto tempo, e dalla singola iniziativa si è passati a un vero e proprio progetto, destinato a crescere negli anni: nasceva Estroverso, un “movimento culturale” (come viene definito) guidato da un gruppo di ragazzi milanesi tra i 20 e i 24 anni (oggi sono 9, quasi tutti provenienti dal liceo artistico), impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte.

Obiettivo: avvicinare la gente a questo mondo troppo spesso sottovalutato o incompreso, attraverso la possibilità di intervenire in prima persona. In due sensi: innanzitutto perché chiunque può partecipare al bando di concorso e sperare di vedere le proprie opere esposte. E poi perché in ogni mostra sono presenti sessioni interattive, in cui ciascuno, anche il più incapace, è chiamato a fare arte. Un esempio? L’attività di Action painting, promossa durante The Why of Art, mostra-
Oggi, gli eventi promossi da Estroverso hanno acquistato grandissima visibilità: sono sempre di più gli iscritti ai bandi di concorso, e aumenta anche il pubblico: oltre 500 i visitatori della scorsa edizione di The Why of Art.evento che viene riproposta ogni anno: oltre alle opere esposte, c’è una stanza adibita al libero sfogo pittorico, dove chiunque può cimentarsi nella tecnica privilegiata dal grande Pollock.

Oggi, il via alla quarta edizione (fino al 17 febbraio, info e orari su: www.estroversomilano.com). Che apre con una novità nella sessione interattiva: ai visitatori verrà data un piccolo oggetto (una palla di vimini, una lampadina) da intingere nel colore e far rotolare sulla tela. Il concetto di fondo è simile a quello dell’Action painting, ma c’è una differenza fondamentale: dal gesto automatico dettato dall’inconscio si passa a quella che è definita “pittura meccanica”, in cui viene meno, in maniera ancora più drastica, il potere di iniziativa dell’autore.

Dopo l’evento di febbraio, sull’agenda di Estroverso, nuovo impegno per il mese di marzo: la creazione di un workshop in un Istituto tecnico di Quarto Oggiaro, nella periferia di Milano. Il gruppo, in collaborazione con alcuni artisti, sarà presente nelle aule per insegnare la Street art. Dopo la lezione, la pratica: gli studenti si metteranno alla prova realizzando le proprie opere sui muri della scuola. Prevista per maggio una mostra che documenterà questa esperienza.

  • Chiara Martinoli                              

                                                                     twitter @ChiaraMartinoli

Lascia un Commento