MILANO-COREA: andata e ritorno

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08 dicembre 2010

La Triennale colonizza il paese orientale con una sede distaccata.
Per spiegare al resto del mondo il design e le eccellenze del Made in Italy

Olivetti, Lambretta, Vespa non sono soltanto dei marchi, ma rappresentano
anche degli stili di vita, riconoscibili in tutto il mondo. Negli anni il design italiano si evoluto e rinnovato continuamente andando di pari passo con i cambiamenti della società. Per questo motivo un’istituzione profondamente italiana come la Triennale di Milano si è adeguata al desiderio continuo del design di superare i confinidel nostro Paese.
Da qualche anno ha quindi attivato un processo di espansione verso l’estero con la missione di farsi portavoce del made in Italy. «Credo che in città-mondo, come Incheon, Shanghai, New York – afferma Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano – sia necessario rappresentare l’Italia attraverso un luogo destinato alla promozione e alla valorizzazione di arte, architettura, design e moda, ma anche del mondo dell’impresa e del turismo e sono convinto che la Triennale
di Milano, con Triennale Incheon, diventerà un modello da seguire e un punto di riferimento».
Da questa idea nasce, a pochi chilometri da Seoul, il Milano Design City Exhibition Center – La Triennale di Milano Incheon, questo il nome completo, la prima sede all’estero dell’ente meneghino. L’edificio, che occupa un’area di 6.000 metri quadrati, è stato progettato da Atelier Mendini e Archiban (studio di urbanistica coreano diretto da Seok Chul Kim ex docente della Facoltà di Architettura di Venezia), e rievoca nella sua architettura la sede storica di Milano, riprendendo
fedelmente anche gli archi della facciata. Il nuovo museo in terra coreana, ma dall’anima tutta nostrana, è caratterizzato da uno spazio per mostre temporanee, un bookstore, un caffè e all’ultimo piano un ristorante con grandi vetrate che si affacciano sulla baia e sul Grand Bridge, ponte che collega l’aeroporto internazionale di Incheon con la capitale Seoul. Abbandonando il concetto originale di museo il Triennale Design Museum è un luogo dinamico, in grado di rinnovarsi continuamente per stare a passo con i tempi e di interagire con il visitatore cui suggerisce sguardi, punti di vista e percorsi ogni volta diversi cercando anche di rispondere alla domanda «Che cosa è il Design italiano?». Come spiega, infatti, il curatore scientifico Andrea Branzi: «il design italiano non è solo una disciplina
professionale o una pratica imprenditoriale, ma è parte integrante della storia del nostro Paese, di cui fornisce preziose informazioni di natura culturale e tecnologica, ma anche filosofica, economica o domestica». I visitatori entrano così in contatto con il vivere all’italiana grazie anche alla mostra ospitata nella sala esposizioni Le Sette Ossessioni del Design Italiano, che raccoglie oltre 400 oggetti contemporanei divisi in sette sezioni che tracciano la storia del design dalle origini fino ai giorni nostri: il Teatro animista, i Grandi borghesi e la Sacralità del lusso, il Super-comfort, la dinamicità,la democrazia impilabile, La Luce dello spirito, i Grandi semplici.
Un’altra area ospita, invece, per tutto l’anno la mostra Leonardo da Vinci. Nature, Art & Science, curata del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Pensato dall’Atelier Mendini l’allestimento presenta un’importante selezione di 37
disegni e modelli del grande scienziato, che illustrano i suoi principali studi
ed esperimenti per quanto riguarda il volo, la meccanica, l’ingegneria e l’architettura.
«Se la missione della Triennale è da sempre quella di favorire e sostenere
la cultura italiana del progetto – sottolinea Rampello – la Triennale Incheon è la prima tappa di un cammino che del termine ‘missione’ riscopre il senso più antico e profondo, dal latino missio, invio, e mittere, mandare. La missione della Triennale è dunque quella di andare oltre Milano e oltre l’Italia, ‘inviando’ le sue mostre, i suoi temi e i suoi contenuti nel mondo».
Ma il desiderio di esportazione della Triennale non si ferma ad Oriente. La prossima tappa sarà la Grande Mela, ovvero New York. Per il mese dimaggio è, infatti, prevista l’inaugurazione di una nuova sede nella grandemela, uno spazio di 1.800 metri quadrati sulla 54ma strada, accanto all’illustre MoMa. Su tre livelli il nuovo
museo ospiterà oggetti e arredi di alto livello nel panorama del design
italiano. Il progetto è stato realizzato dallo studio di architettura Cerri e associati
con Michele De Lucchi i quali si stanno occupando anche della realizzazione
della Triennale Shangai che sarà, invece, pronta a giugno.
Questo nuovo spazio espositivo, oltre 4.000 metri quadrati in una struttura su più livelli, è realizzato con materiali leggeri come il legno e il vetro per creare un forte impatto visivo. Situato nella zona Rainbow City, a circa 20 chilometri dal centro cittadino, è pensato per contenere numerose sale conferenze, un ristorante con cucina italiana e una libreria.
Ultimati questi lavori è stata programmata l’apertura di altre sedi della Triennale: si parte con San Paolo in Brasile e in un prossimo futuro sarà la volta di Mosca e dell’India.

di Benedetta Bagni

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