Più modernità al latino: do ut do

DIRE.FARE.CREARE
29 aprile 2014

Cosa c’è di meglio quando un emozionante pezzo di arte contemporanea, un oggetto dal design unico, uno scintillante abito d’alta moda o un piatto cucinato a regola d’arte oltre che appagare gli occhi gratifica anche il cuore e l’anima? Niente.
Nessun dubbio al riguardo. E il suo valore smette di essere semplicemente economico (sebbene considerevole) e sale sulla più alta scala della spiritualità.

Do ut do è un progetto biennale dedicato a varie espressioni artistiche: musica, moda, arte, design e cucina. Un contenitore di iniziative ideato da Alessadro Bergonzoni e portato avanti dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli, che non solo persegue lo scopo di raccoglie fondi per l’ononima onlus, ma riesce a sensibilizzare artisti di livello internazionale. L’edizione 2012, con madrina Yoko Ono, ha coinvolto pittori, scultori e galleristi dell’arte contemporanea. Do ut do 2014 ha invece come tema il design.

Come funziona? Gli autori donano un’opera che viene assegnata a sorte tra tutti coloro che hanno effettuato una donazione di almeno 5.000 euro. Nessuna scelta: è la sorte a selezionare per l’oggetto un nuovo proprietario.
E chi sono i designer, le aziende produttrici e gli artisti che hanno messo a disposizione i loro oggetti quest’anno? Philippe Starck, Anna Gili, Sandro Chia, Flavio Favelli, Mario Botta, Massimiliano Fuksas, Massimo Iosa Ghini, Emiliana Martinelli, Alessi, Bisazza e Leucos (solo per citarne alcuni). Primo appuntamento per vedere le opere esposte il 16 maggio al Maxxi di Roma. Poi si replica il 23 al Madre di Napoli e in autunno a Bologna.

Per chi intende fare una donazione e spera nella buona sorte, good luck!

 

Simona Scibilia

 

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