Nella città degli affari per eccellenza, si cerca il lusso di una cena mediterranea
Campeggia ormai da diversi anni nella hall di uno dei più trendy alberghi svizzeri, il Radisson Blu di Zurigo: è la Angel Tower di cui abbiamo raccontato nella versione cartacea di Fool, ma l’interesse non sembra essersi affievolito, anzi.
“Gli angeli e la tower nel suo complesso continuano ad attrarre ospiti internazionali, sia dell’albergo che dell’aeroporto all’interno del quale il Radisson Blu è l’unica struttura con camere” racconta Werner Knechtli direttore sin dall’apertura; “e a vendere maggiormente sono soprattutto i vini italiani, di cui la nostra cantina è decisamente ben fornita”.
Ecco spiegato il motivo di un’altra scelta, quella dello chef Antonio Cruccas, ‘italianissimo’, ma con una lunga esperienza all’estero, in molte location di prestigio: a lui è stata affidata la carta del Filini, il ristorante italiano che affianca il più blasonato Angels’ Wine Tower Grill, uno spazio per gourmet, affidato invece alla abili mani di Jörg Eisenegger.
Se la proposta del Grill punta soprattutto su carne e pesce cotti direttamente sulla piastra davanti al cliente e completati con grande estro dallo chef, quella del Filini si rivolge soprattutto alla tradizione mediterranea, fatta di ravioli alla zucca, tipici di Mantova, tonno scottato con verdure, retaggio della gastronomia sarda e pizza napoletana; ma non mancano parmigiana di melanzane e risotti.
Una tendenza, quella italiana, che sembra tuttavia tenere banco molto bene al Radisson Blu, ma anche in tutta la città: dopo la rinomata Cantinetta Antinori, lungo la Bahnhofstrasse, culla dei migliori vini nostrani oltre che della grande gastronomia toscana, a fine 2013 ha aperto i battenti un’altra colonna della cucina del Bel Paese, il ristorante Cacio & Pepe. In pieno quartiere ebraico: la sua proposta, come accade a Roma, sarà quella a base di carciofo in ogni sua variazione, ma il nuovo locale che rispecchia nello stile quello milanese, punta anche sui primi piatti veraci, come amatriciana e carbonara, ottimi vini della tradizione toscana e laziale, e il suo piatto forte: abbacchio da leccarsi le dita.
di Barbara Carbone