‘STREETMOSPHER’

estero
22 dicembre 2013

Svetta nello skyline di Hong Kong il primo art mall in cui, mentre si fanno acquisti, si fruisce l’arte. Si chiama K11 ed è una creatura di Adrian Cheng, rampollo della 112esima famiglia più ricca al mondo secondo Forbes.

Entrare nell’avveniristica struttura del K11 è come fare una passeggiata in una bolla di sapone. Adrian Cheng, ideatore del progetto, ha voluto dare vita a uno spazio che coinvolgesse tutti i sensi, promuovesse un’esperienza intima e rilassante come la visita a un amico e sensibilizzasse a una visione dell’arte non solo all’interno di una logica puramente estetica, ma anche come parte integrante della vita di tutti i giorni.

Il grattacielo sorge a Tsim Sha Tsui, nel cuore di Kowloon, l’area più cool di Hong Kong. Si arrampica su 67 piani per 31.000 metri quadri complessivi di superficie. Il centro commerciale occupa 6 piani; poi ci sono oltre 100 negozi di moda, design e gallerie d’arte, un albergo a 5 stelle (lo storico Hyatt), 340 appartamenti prestigiosi con vista sul Victoria Harbour e, nella Gourmet Tower, ristoranti esclusivi. Si tratta di un progetto unico nella sua concezione e realizzazione, che si prefigge di sposare shopping e arte, ma non solo. È anche il tentativo di sensibilizzare i cinesi alle tematiche ambientaliste e alla superiorità dei prodotti di qualità. Adrian Cheng, 31 anni, viaggiatore poliglotta innamorato della cultura e della filosofia, una laurea cum laude in arte a Harvard e un master in cultura giapponese a Tokyo, non poteva restare indifferente all’insegnamento occidentale. Ha seguito il suo stile, i suoi sogni, i valori della sua famiglia, quando pensava al K11 e ci ha trasferito le sue passioni per l’arte, la natura, la moda e l’architettura. Spiega: “Qui si fondono tre degli elementi fondamentali della filosofia cinese, cui sono legato pur avendo vissuto a lungo in Occidente: la terra, incarnata dalla natura da cui parte tutto; il legno, rappresentato dalle persone e infine il fuoco, cioè l’arte”.

Ma chi è davvero Adrian Cheng? L’executive director di New World Development – uno tra i più grandi gruppi asiatici nel settore dell’immobiliare e dei department store. Il nipote del carismatico Cheng Yu-Tung, tra gli uomini più ricchi in Asia. Adrian, per i soli interventi di costruzione del K11 ha stanziato circa 230 milioni di euro. L’edificio è ecofriendly benché in Cina non sia diffusa una cultura ambientale a livello sociale e così Cheng investirà anche 2 milioni di dollari in dimostrazioni: lezioni in cui verranno illustrate le proprietà delle case a impatto zero. Nel prossimo triennio poi, spunteranno in sette città altrettanti mall, tutti con lo stile del primo, per un investimento di circa un miliardo di euro. Un progetto che guarda con molto interesse alle aziende italiane, indiscusse protagoniste nei settori di lusso, design e moda. “Le caratteristiche speciali uniche di K11 – spiega Mr. Cheng – si propongono di rendere l’interazione con l’arte una parte intrinseca dello shopping. Con attenzione verso ogni amante dell’arte, del fashion e della gastronomia che varca la sua soglia, K11 prevede oltre 10 display su diversi piani, che permettono a chi fa shopping di godere di opere d’arte mentre passa da un negozio all’altro. Il K11 permette un’esperienza unica”. E c’è da credergli.

Adrian ha studiato ogni aspetto nel minimo dettaglio: arredamento minimalista; nella Skylight Piazza, un giardino all’europea con soffitto trasparente, attraverso cui creare naturali giochi di luce durante la giornata; pannelli solari, sistemi di risparmio energetico e idrico; ristoranti eleganti e sofisticati. Niente cataloghi cartacei: ci si connette in Rete con iPhone e la voce del curatore svela i segreti delle opere esposte. Nei negozi l’offerta è di classe, mai urlata. Basso profilo, garanzia di qualità e di originalità. Assoluta varietà nei modelli, ricercatezza del design e prezzi abbordabili, perché quello che sta esposto nelle vetrine non resti solo un sogno.

Le opere della collezione permanente del grattacielo sono state selezionate personalmente da Mr. Cheng: sculture, quadri e installazioni multimediali Made in Hong Kong per promuovere l’arte nella metropoli. Allo stesso scopo verranno organizzate retrospettive di famosi creativi locali, che esporranno anche opere inedite. Ecco come l’arte si fa moda e la moda veste i panni dell’arte all’interno di uno spazio commerciale che ha saputo attirare nel paese del Dragone marchi celebri a livello internazionale e flagship store monomarca delle aziende più prestigiose.

Un po’ fluo? Cheng pensa di no perché “Hong Kong ha bisogno di qualcosa di nuovo, con spunti che vengano dagli spettacoli di strada. Credo che la soluzione stia nella combinazione di arte, umanità e natura” dice. Ma i consumatori cinesi saranno pronti per un centro commerciale di questo calibro? Non sarà un po’ troppo intellettuale? Dopotutto è stato solo con la fine degli anni Settanta che si è conclusa la rivoluzione culturale e ha preso piede il consumismo. Mr Cheng insiste che la Cina è pronta per la sua visione: “i consumatori cinesi sono ricchi e presto lo diventeranno ancora di più. I contadini si stanno spostando nelle città e la borghesia sta emergendo”.

Che i consumatori stiano iniziando a emergere dalla crisi e la fase della crescita stia per esplodere è una cosa che si augurano in tanti. Proprio come ci si augura che dopo essere stato reso accessibile a quasi tutti i mezzi di trasporto di Hong Kong, il K11 e tutte le sue moderne infrastrutture, diventi davvero parte integrante del panorama architettonico del Tsim Sha Tsui, ma soprattutto lasci il segno anche nel tessuto sociale di Hong Kong.

di Redazione

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