Nato in una famiglia di ristoratori, Massimo de Lodovici non si è fermato all’amore di una vita: ha ideato un format (in realtà più di uno) in grado di portare al successo gli ingredienti di una cucina moderna.
Se c’è un settore che da sempre affascina gli imprenditori di ogni tipo è sicuramente quello della ristorazione: mondo curioso, stimolante, all’apparenza divertente e ricco di opportunità, ma al contrario tutt’altro che facile da condurre e soprattutto rendere profittevole. Nell’immaginario collettivo un buon ristorante è fatto di un bell’ambiente, accogliente e ben gestito, di una buona ricerca di materie prime e ovviamente di una buona mano ai fornelli: tutto vero, ma come ogni azienda che si rispetti, anche in questo caso a fine mese l’estro e la creatività dello chef (o del patron) devono fare i conti con una più fredda e rigida voce, quella dei costi e ricavi. E allora si entra nel circolo vizioso del risparmio ad ogni costo e su ogni fronte, niente di peggio per far tornare i conti…
“Quando ci sono la passione e magari anche un trascorso di molti anni, come nel mio caso, approcciarsi alla ristorazione o a un nuovo modo di fare ristorazione, viene sicuramente più facile, ma non basta”, racconta Massimo de Lodovici, titolare di due storici ristoranti a Varese e da qualche anno impegnato in nuove avventure nel campo, prima fra tutte Nordicgrill. “Abbiamo lavorato molto sulla scelta della location adatta, sia a Varese che a Milano, e lo stesso faremo per le prossime aperture; così come abbiamo dedicato molta cura nella selezione dei materiali per l’arredo e dell’illuminazione adatta a creare la giusta atmosfera; ma sono stati la cucina, di qualità e con una formula innovativa, il corretto approvvigionamento di grandi materie prime e soprattutto una gestione efficiente del menu a permetterci di raggiungere i risultati di oggi”.
Il brand Nordicgrill nasce a Varese nel 2013: l’idea è quella di proporre una steak house con qualche golosa ‘aggiunta’ originaria del nord (come zuppe e canederli) in modo informale, easy, ma allo stesso tempo curato: “la differenza la fa la carne che scegliamo attentamente e soprattutto facciamo preparare in sottovuoto già porzionata, pronta per essere cucinata”, continua de Lodovici. “In questo modo si riducono gli sprechi, si mantiene una migliore tracciabilità del prodotto e si gestiscono le diverse necessità dei locali”.
Anche la cantina, che si fregia quasi esclusivamente di etichette italiane, gode di una struttura consolidata: dalla storica Annetta, parte infatti una prima, più facile, carta dei vini che viene misurata sulla clientela e quindi affinata. Il tutto sotto lo stretto coordinamento di de Lodovici e di Matteo Pisciotta (a capo del rinomato ristorante Luce di Villa Panza e da qualche tempo socio nella nuova avventura): “intendiamo mantenere la gestione diretta fino 7-8 locali, ottimizzando ulteriormente i rifornimenti e le proposte; poi valuteremo le modalità di un’ulteriore espansione in Italia o all’estero”.
di Barbara Carbone