CRIQUET, IL MANCATO PANETTIERE

artisti
10 maggio 2012

Francky Criquet avrebbe dovuto fare il panettiere. Almeno nell’intenzione dei suoi genitori. Ma il caso e una certa attitudine gli hanno fatto incontrare il mondo dell’arte…

 Quando si dice “sliding doors”. La vita di Francky Criquet, artista francese presente all’edizione 2012 di Aam con due sue imponenti opere, sarebbe potuta essere molto diversa se quel giorno di parecchi anni fa il proprietario della panetteria presso la quale avrebbe dovuto svolgere il suo primo giorno di lavoro non fosse improvvisamente deceduto. Per il pittore, classe 1968 e nato a La Flèche, nel dipartimento de La Sarthe, il padre aveva infatti in mente un futuro da tranquillo panettiere, ma il fato e la ferrea volontà del giovane Francky hanno deviato in maniera netta il corso degli eventi. E d’altra parte il talento artistico di Criquet si era manifestato sin dalla primissima infanzia: all’età di otto anni ebbe infatti il primo riconoscimento per le sue opere, vincendo un concorso per giovani pittori organizzato dal municipio di Le Mans. “Avevo spedito i miei lavori per posta, perché ero troppo piccolo per potermi presentare di persona – racconta l’artista –. L’età media degli altri partecipanti era intorno ai 20 anni e nonostante questo vinsi il primo premio. La mia famiglia, però, fu molto disturbata da questo successo”. La diffidenza dei suoi famigliari, però, non gli impedì di proseguire il suo cammino di crescita artistica a culturale in giro per l’Europa, dove venne a contatto con diverse importanti personalità del mondo dell’arte, tra le quali il pittore spagnolo Julio Fernandez Caballero. E proprio il movimento, quello che lo ha fatto scappare di casa appena maggiorenne per seguire le sue inclinazioni, è uno degli elementi fondamentali dell’opera di Criquet, che per la sua immediatezza espressiva ricorda l’action painting di Jackson Pollock. Una tecnica pittorica di cui ha dato sfoggio in una dimostrazione “live” tenutasi durante la manifestazione milanese, in cui la gestualità e il muoversi freneticamente attorno alla tela erano parte integrante dell’opera stessa. Il risultato è una pittura “ancestrale”, che non guarda solo alla grande tradizione novecentesca e al primitivismo modernista, ma ha qualcosa che ricorda le pitture rupestri. Non a caso, il tema principale che pervade tutta l’opera di Criquet è la relazione tra l’uomo e dio, inteso come entità sovrannaturale. “Le mie tele sono un pretesto per parlare della creazione – spiega l’artista – e infatti anche la maternità è un altro tema fondamentale per me, poiché è un momento in cui si dà la vita, ma inevitabilmente anche la morte, una delle cose più importanti nella nostra esistenza. Non dico questo però con un’accezione negativa, ma solo come stimolo a cogliere l’attimo. La pittura per me non è una terapia, ma solo un’occasione per esprimermi che ho preso in prestito dai grandi del passato, come altri hanno fatto prima di me”.

In Italia, Criquet è rappresentato da diverse gallerie, tra cui Selective art, Artespressione, Studio Lb, Artissima, Mossini Modern Gallery, Palazzo Morelli e Palazzo Bontadosi.

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