Un’arte raffinata, fatta di delicatezza, di tonalità che virano dai colori più decisi a quelli tenui e soffusi. La pittura di Franco Carletti è fatta di passione, istanti visti e immortalati, d’introspezione personale e di visioni che oltrepassano la quotidianità per immergersi nei pensieri più profondi, non solo dei soggetti rappresentati ma dell’autore stesso.
La storia di un talento che diventa esperienza diretta e fulcro di una vita: da dove nasce il tuo modo di fare Arte?
Il tutto nasce da giovanissimo, ai tempi della scuola; la mia insegnante, pittrice, mi ha seguito anche dopo gli studi e mi ha trasmesso una grande passione! Gli impegni professionali mi hanno tenuto per anni lontano dal mondo dell’arte poi, finalmente, ho potuto mostrare in pubblico i miei lavori. Visioni espresse con essenzialità, aspetti della natura e del paesaggio, figure femminili, il mondo che mi circonda è oggetto e soggetto delle mie opere.
La tua pittura è una sintesi di colore e sentimenti puri, quelli che, spesse volte, vengono dimenticati. Come può un soffio di vento (D’improvviso il vento) o gli alberi battuti dalla tempesta (Temporale sulla costa) trasformarsi in Arte?
Perché ogni avvenimento, ogni fenomeno atmosferico assume un particolare colore, un’intensità particolare, dipendente dallo stato d’animo della persona che la osserva e dal suo stato d’animo. Quando riesco a cogliere tutto ciò e a comunicarlo per me è un grande successo.
Toni caldi, intensi, capaci di carpire lo spettatore perché in grado di tramandare meraviglie che, dall’occhio, arrivano dritte alla mente. Come vengono studiati? Su cosa si basa la tua tavolozza cromatica?
Creo i colori di volta in volta, non uso mai i colori così come sono nelle confezioni. Ogni quadro ha una tavolozza a sé… non riesco mai a ricreare le stesse gradazione e le stesse emozioni. Il mio intento è quello di coinvolgere l’osservatore nelle mie opere, rendendolo quasi protagonista, e di essere compreso non solo nella figurazione ma nel sentimento.
Molti dei tuoi quadri richiamano il mondo femminile, alcuni in modo più discreto, altri in modo evidente, dove le donne sono protagoniste silenziose di episodi intimi e segreti. Donne che raramente guardano lo spettatore ma sono ugualmente capaci di parlare… Chi sono le tue muse?
Sono le figure che mi circondano, che osservo e interpreto con i loro atteggiamenti dove ognuna si può riconoscere: donne che aspettano, appuntamenti mancati, ricordi, amore per la natura. Non c’è un’ispiratrice in particolare… parla solo il mondo femminile.
Ho dipinto delle scarpette rosse abbandonate sul pavimento e un liquido che esce da una porta… quante interpretazioni sono state date! È bellissimo, è quello che volevo. Chi ha interpretato la violenza sulle donne, chi ha visto una liberazione dalle scarpe, chi una forte carica sessuale e… quel liquido? Acqua, luce, desiderio dirompente.
Il contenuto della borsetta di una ragazza, oggetto di altra mia opera, non sta certo a descrivere gli occhiali o il cellulare, sta a significare che “ho tutto e non ho niente” basta vedere la faccia inespressiva della ragazza che con una mano si aggiusta il sandalo. Sono i pensieri di tutti noi, mi piace scoprirli e comunicarli con la pittura.
I prossimi appuntamenti con Franco Carletti: MILANO FACTORY, un evento alla Fabbrica del Vapore, con la presentazione di Philippe Daverio; poi a Roma, il 29 settembre, alla Grande Moschea con la Mostra PACE e AMORE, direzione artistica del Prof. Giammarco Puntelli.
di Maddalena Baldini