In armonia col territorio

architettura | eco design
08 gennaio 2011

Hapimag rilancia la multiproprietà. Con una formula vincente. E propone nuove e innovative costruzioni per i propri affiliati. Tenendo conto delle loro esigente. Ma anche quelle delle zone in cui si costruisce

Sylt è un’isola davvero particolare, con 40 chilometri di sabbia bianca e un ambiente selvaggio. Ma non si trova ai Tropici, bensì nel Mare del Nord, nell’arcipelago delle Frisone Settentrionali. Ed è su questo lembo di terra sabbiosa, promossa dal “Guardian” tra le 20 isole da sogno del mondo, che la società immobiliare svizzera Hapimag ha da pochi mesi inaugurato un nuovo e avveniristico resort: immerso nelle dune, comprende cinque costruzioni abitative, una Spa, un ristorante aperto al pubblico, una sala multifunzionale e altri locali destinati ad attività specifiche, per un totale di 14.400 mq e 151 appartamenti. Disegnato dall’architetto elvetico Pia Schmid, il complesso di case per vacanze ha il pregio di essere in armonia con la personalità dell’isola, pur offrendo un elevato livello di comodità e comfort. È proprio la stessa Schmid a spiegare il perché.

Quali sono le peculiarità del resort?
Rispetto alla realtà di Sylt, questo insieme di costruzioni ha volumi decisamente importanti. La scommessa è stata riuscire a inglobarlo nella natura e nell’ambiente dell’isola. Per questo le cinque case sono volutamente basse e integrate nel paesaggio, mentre l’intero complesso è collegato e da un camminamento in legno che porta alle dune e al mare.

In che senso queste costruzioni rispettano l’ambiente?
Proprio per interferire il meno possibile con l’habitat dell’isola, nel progettarle ho fatto molta attenzione a tutto, anche ai particolari. Ad esempio, il parcheggio è leggermente interrato per evitare che chi arriva si trovi davanti come prima cosa una distesa di lamiere, mentre i tetti delle case sono verdi, in modo che dall’alto non si notino. E poi, appunto, ho scelto di privilegiare strutture poco invasive nei confronti del paesaggio.

Però il resort nel suo complesso è piuttosto vasto. Come si concilia con il desiderio di privacy e tranquillità che potrebbe avere chi sceglie un’isola come Sylt per le vacanze?
Nonostante le dimensioni dell’insieme e la vicinanza tra le singole case, ogni unità abitativa è stata ideata come a sé stante ma comunque in collegamento con le altre, e il punto di incontro per tutti è fornito dal ristorante, dal bar e dalla zona Spa. In questo modo, i clienti Hapimag possono organizzare e vivere la propria vacanza individualmente avendo però a disposizione una struttura sociale e quindi la possibilità di trascorrere momenti di convivialità.

Quali sono state le difficoltà maggiori di questo progetto?
Come accennavo prima, l’autentica sfida è stata il volume complessivo del resort e le sue finalità. Quello che volevo ottenere era un agglomerato di costruzioni poco appariscenti e in linea con la natura del luogo ma al tempo stesso attraenti e in grado di soddisfare le esigenze di una vasta clientela. Il complesso è nato per essere vivo e vivace: non una sorta di dormitorio, quanto piuttosto un posto dove le persone si possono incontrare, e anche per questo ho pensato a una passerella che fungesse da filo conduttore tra le diverse costruzioni. Di fatto, non è stato semplice realizzare una combinazione che sta a metà tra una serie di appartamenti e un albergo, inoltre in sintonia con l’isola ma con uno stile moderno. Però, penso di esserci riuscita.

La maggior parte delle finestre è orientata verso nord invece che sud. Qual è il motivo di questa scelta architettonica, tanto più che si tratta di un’isola nordica dove la luce del sole può essere un elemento prezioso?
Non era concretamente possibile fare in modo che ogni vetrata fosse rivolta a meridione: dovendo costruire cinque case è comunque sempre difficile far sì che tutte possano godere di una vista ottimale. Così, alcune guardano direttamente verso le dune e il mare, altre invece no, ad eccezione degli attici che hanno tutti vista mare. Ma c’è un altro particolare che vorrei sottolineare. In molti luoghi di villeggiatura, le case originali degli abitanti tendono ad avere finestre piccole per riparare l’interno da sole, vento o freddo. Quelle costruite per villeggiatura invece hanno di solito finestre ampie perché chi le affitta vuole poter godere al massimo del calore, della visuale e della luce, e desidera anche spazi ampi per compensare quelli ristretti delle case di città. E così ho fatto.

Il complesso si chiama “Dünnenhäser”, cioè “case delle dune”, nonostante nella forma non ricordi le dune di sabbia.
È vero, non assomiglia alle dune di Sylt né nella struttura, né nei materiali e nelle dimensioni. Però, le costruzioni sono immerse nelle dune dell’isola, che di per sé una grande e unica duna. Ecco perché sono state chiamate così. Nonostante ciò, ripeto, hanno un rapporto stretto con il posto, perché non ne stravolgono il paesaggio. Ad esempio, i balconi sono costruiti in modo da ricordare le poltroncine avvolgenti di vimini che qui i bagnanti usano in spiaggia per ripararsi dal vento e dalla sabbia, e che sono una caratteristica di questa isola del Nord.

Nel progettarlo, ha pensato più a un luogo di villeggiatura per coppie, per single o per famiglie?
L’obiettivo primario era realizzare un luogo caldo, accogliente e strutturato soprattutto per nuclei familiari. Così, mentre i bambini si possono divertire e sfogare nella piscina, i genitori hanno l’opportunità di rilassarsi e rigenerarsi a pochi passi da loro nella Spa. Ma ovviamente chiunque può venire qui a passare le sue vacanze.
QUANDO LA MULTIPROPRIETA’ CAMBIA PELLE
Hapimag è leader mondiale nel settore delle residenze di vacanza. Il suo successo sta nella formula molto più versatile rispetto alla classica multiproprietà: acquistando alcune quote si diventa comproprietario dell’intero patrimonio immobiliare e si riceve in cambio un certo numero di punti che danno diritto a soggiornare – per periodi più o meno lunghi in proporzione alle quote possedute – in una sessantina di strutture sparse in 18 Paesi, Usa e Italia compresa. In pratica, per i 140 mila soci (10 mila dei quali italiani) i punti accumulati sono moneta di scambio per passare le vacanze senza spese di affitto né di manutenzione, a parte un contributo per acqua, luce e gas. L’investimento minimo iniziale è di 6.000 euro, cui si aggiungono 100 euro all’anno di quota associativa che arricchiscono automaticamente di 12 punti la “tesserina” personale a scalare, che ovviamente si può ricaricare con l’acquisto di altre quote. In pratica, già con 7-10 mila euro una famiglia può andare in ferie o passare la settimana bianca per 4-5 anni in un appartamento a sua scelta (in tutto, ce ne sono circa 5.400, più 280 camere d’albergo e 32 house-boat), oppure può organizzare una vacanza itinerante, trascorrendo solo un paio di giorni in ogni struttura Hapimag.

di Redazione

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