Quanti sognavano, e lo fanno ancora oggi, di fare una sosta sulle sponde del lago di Como? Quella dell’Escale non è da tutti, ma almeno una volta merita di essere fatta.
Un tempo lo avremmo detto in francese perché così voleva la ‘moda’ del posto, frequentato prevalentemente dai vicini d’Oltralpe; oggi di francese ne senti parlare davvero poco, come, potremmo dire, di italiano. L’accoglienza, perfetta e impeccabile, è tutta in lingua inglese, sebbene a prestarla sia quasi esclusivamente personale italiano. Ecco come uno degli alberghi che ha fatto la storia del nostro turismo, il Grand Hotel Tremezzo, è cambiato negli anni per accogliere e soddisfare non più soltanto i nobili vacanzieri italiani e francesi, oggi sempre meno presenti, ma soprattutto i ricchi americani, asiatici, indiani e, alle volte, qualche europeo.
Una scelta vincente in un momento di debolezza dell’economia italiana (sebbene il turismo abbia sempre avuto una marcia in più nel nostro paese), ma soprattutto una scelta sostenuta da una strategia altrettanto ben azzeccata. La famiglia De Santis, proprietaria dell’albergo e da qualche anno gestore di Villa Sola Cabiati, residenza settecentesca dei duchi Serbelloni rimasta privata fino all’attuale ristrutturazione, ha scelto di offrire al pubblico straniero il meglio di quanto l’Italia sa disporre (e inventare). Non solo il lago, che ha saputo valorizzare creando una straordinaria piscina nelle acque del lago stesso, con tanto di sabbia, ombrelloni (ovviamente a uso esclusivo degli ospiti) e TBeach per un veloce break a base di cucina locale; ma anche la vegetazione che circonda il lago, l’albergo, la seconda piscina alle spalle dell’albergo e il TPizza (come far mancare a un americano la sua vera pizza napoletana cotta in forno?) e non ultimo il vino che ha elegantemente racchiuso nel nuovo L’Escale Trattoria e Wine Bar, il luogo di sosta per i turisti gourmand più raffinati.
Qui è la cucina di Martin Vitaloni, pavese, classe 1979, a farla da padrone con piatti che coniugano la tradizione, giocando però su consistenze, sapori e aromi; senza dimenticare le oltre 800 etichette che possono essere accompagnate al menu e che, ancora una volta, un abile sommelier italiano, saprà raccontare anche al più difficile dei clienti stranieri in perfetto… inglese. Quasi che la firma di Gualtiero Marchesi, da anni anima del ristorante La Terrazza, oggi non fosse più sufficiente!
di Barbara Carbone
