SENSUALITA’ A TAVOLA

estero
06 maggio 2012

Ido Garini è un giovane designer che accoppia piatti, bicchieri e posate di sua creazione a menù afrodisiaci … così l’appetito per il cibo incontra l’appetito sessuale.

Sedurre a tavola è possibile. Soprattutto quando è il design a trasformare un oggetto, un ingrediente, un’esperienza, in una sensuale emozione che coinvolge quello che mangiamo e come lo mangiamo. In questo contesto, si inserisce il progetto di Ido Garini, giovane designer internazionale specializzato in oggetti, utensili e installazioni di food design. Nato in Israele, cresciuto tra America Centrale, America del Nord ed Europa Ido si è stabilizzato nel 2011 a New York dove ha aperto uno studio.

Lo incontriamo durante la Design Week milanese e subito ci fa assaggiare alcune prelibatezze, messe in tavola sui suoi particolari oggetti di design. La prima scelta è tra due tartufi, creati in base a due concetti completamente diversi: uno è dorato, a base di cioccolato fondente, pepe nero, cardamomo e cannella; l’altro, invece, è fuori dagli schemi, decostruito su un bastoncino con crema di cioccolato bianco alla vaniglia e lamponi freschi. La seconda scelta è tra due sacchetti di pop corn: uno dolce e caramellato; l’altro piccante e speziato. Infine, scegliamo tra tre cocktail, tutti a base di champagne. E mentre assaggiamo, inizia la nostra chiacchierata…

Ido, ci parli del tuo progetto?

Si sviluppa in cinque tappe. Quelle della seduzione a tavola. Ogni tappa si collega a una portata. Ogni piatto rappresenta un approccio unico. Ogni pietanza si potrebbe mangiare da sola, ma mangiata con qualcuno ridefinisce l’esperienza del pasto, il suo scopo: è qui che entra in gioco  la seduzione afrodisiaca, che porta all’interazione e alla cooperazione fisica di entrambi i partner. Sedurre a tavola significa quindi alimentarsi a vicenda, toccare, sentire, rompere il cibo insieme.

Step by step, come si sviluppano le cinque tappe della seduzione?

Si parte dalla fase del flirt, fatto di sguardi. Nel lungo piatto ovale, ostriche servite sui lati opposti e, nel centro, due fette di limone. Si passa poi alla seconda fase, la seduzione, durante la quale i due partner assaporano granchi e creme fraiche ai lati opposti di una ciotola, creando tra loro un gioco di forza. Si continua, poi, con un primo e passionale contatto tra le mani in cui si assaporano un carpaccio di funghi e del formaggio. Cresciuta la passione, anche il piatto “si scalda” e diventa “carnale”. I partner afferrano bocconcini di  carne su una lancia e la riscaldano rigorosamente insieme su una grande piastra coreana. Infine si giunge al dessert, ovvero l’orgasmo.

Chi sono i tuoi clienti?  

Il mio progetto non è un “oriented”, ma è sperimentale. Sono quindi in grado di creare una grande varietà di progetti legati all’alimentazione, che si rivolgono a diversi clienti.

Obiettivi per i prossimi mesi?    

Dopo due anni a New York, incentrati sulla ricerca culinaria, ora sto concentrando il mio lavoro in Europa: qui ho intenzione di aprire uno studio che combina food e design. L’idea è quella di aprirlo al pubblico per cena, due volte al mese, come se fosse un ristorante pop up che offre un assaggio di ciò a cui stiamo lavorando.

di Francesca Airaghi

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