Cenare o pranzare con sconosciuti che poi diventano amici, gustare buon cibo a prezzi modesti, vivere un’esperienza alternativa. Ecco alcuni dei cardini del social eating, la forma di sharing economy che sta spopolando anche in Italia. Tra i nuovi arrivati Slurpdinner, già un successo sul web.
Sharing economy, letteralmente economia della condivisione, è oramai una delle espressioni più diffuse, una definizione divenuta di uso quotidiano, adoperata indistintamente dalle nuove e dalle “vecchie” generazioni. In cosa consiste la sharing economy? Alcuni economisti e sociologi la definiscono una risposta effettiva alla crisi globale, visto che si basa su un aspetto fondamentale: un consumo più consapevole legato a investimenti meno dispendiosi, il tutto attraverso una condivisione con altre persone, per il 99% dei casi assolutamente sconosciute. Molti vedono la sharing economy come un’evoluzione di quello che, soprattutto in Italia, viene classificato con i termini di “mutualismo” e “cooperativismo”; senza ombra di dubbio esiste una base comune ma, la grande rivoluzione della sharing economy, è nel saper sfruttare i canali web, in primis i social, usati da milioni di utenti in tutte le parti del mondo, con una diffusione capillare e veloce.
Dal concetto di base alla pratica il passo è breve, in un susseguirsi di forme, modi e proposte di sharing economy. Tra le tante, – vedi per esempio Bla Bla Car che mette in contatto estranei con un solo punto in comune, quello di dirigersi nello stesso posto, ammortizzando così i costi dell’auto – quelle che negli ultimi anni spopolano anche in Italia sono le piattaforme di Social Eating. Ebbene sì, piattaforme on-line nelle quali ci si registra per poi organizzare cene e pranzi in casa propria, “ospitando” commensali sconosciuti. Le finalità? Come prima cosa quella di poter incontrare persone nuove visto che, da sempre, la tavola è considerata come uno dei principali luoghi di socializzazione. In più, con cifre ridotte, si può apprezzare una buona cucina con il “vantaggio”, di chi mette a disposizione la propria casa e le proprie abilità culinarie, di un piccolo guadagno.
Il social eating, consolidato oramai in Olanda, Danimarca, Gran Bretagna e Francia, sta registrando sempre più consensi negli Stati Uniti e pure in Italia. Tra le ultime nate Slurpdinner una piattaforma innovativa attraverso la quale ci si può iscrivere scegliendo di essere “cuochi” o “commensali” e condividere così, a cifre accessibili, buon cibo, buon vino, incontrare nuove persone o, più semplicemente, vivere una serata “alternativa”. Quali sono le novità di Slurpdinner? Come funziona? Rispetto ad altri siti di social eating, Slurpdinner non richiede commissioni; è stato studiato un sistema secondo il quale il compenso è già incluso nella quota di partecipazione e corrisponde alla quota di prenotazione. Per fare parte di Slurpdinner poi è semplice, basta registrarsi o come Lord (padrone di casa) o come Slurper (colui che mangia, riferendosi in modo simpatico all’espressione che si trova nei fumetti “il ghiottone”), anche dalle pagine social quali Facebook, Google e Linkedin, creare un evento o iscriversi in base ai propri gusti, esigenze, periodo e città. In più offre a tutti coloro che entrano a far parte del mondo Slurpdinner la possibilità di accedere a servizi specifici come la richiesta di un fotografo professionista durante l’evento oppure, in modo simpatico, navigare nel sito cambiando colore in base al proprio umore.
di redazione