In origine fu il conte a volerlo più ‘british’, con un tocco di Gin, ma le versioni dello storico cocktail si perdono nei tempi. Un po’ come la cucina del TOM, locale milanese che ha scelto di proporre una gastronomia a cavallo di Oceani e tradizioni.
TOM, ovvero The Ordinary Market: niente di più scontato e immediato perché è proprio al mercato, quello di tutti i giorni, che dovrebbe ispirarsi la cucina. Viene da chiedersi però quale mercato, specie quando in carta si leggono piatti come Noodles, Hawaiian Ahi Poke e Testaroli con crema di parmigiano e polvere di Serrano. “Sono nato e ho studiato a Londra ed è qui che ho fatto le mie esperienze prima di approdare in uno dei locali top di San Francisco, Oola Restaurant”, racconta il giovanissimo Charles Pearce, chef del TOM; “per questo a Milano ho scelto di proporre una cucina che mi rappresenta, ricorda i miei viaggi e fa viaggiare i miei clienti, almeno nel gusto”.
Un menu semplice: pochi piatti che cambiano di frequente per un lunch o una cena all’insegna di ottime materie prime – specie i crudi e le tartare – speziate e colorate quanto basta per ricordare profumi e sapori di mete lontane, anche nel cuore di Milano. Esattamente come i cocktail che di classico hanno solo una parte del nome: uno tra tutti il Tom’s Negroni, una variante dell’intramontabile Negroni voluto dal Conte Camillo, che al Gin affianca due evergreen tutti italiani come il Rabarbaro Zucca e il Vermouth e un tocco di esotico cardamomo. Ve ne diamo la ricetta, ma il consiglio è di farselo preparare on the rock, sul posto in attesa di uno dei concerti live che si tengono allo spazio Stock.
Tom’s Negroni
Versate in uno shaker 3cl di Gin extra Dry, 3 cl di Rabarbaro Zucca e 3 cl di Vermouth Antica Formula; infine aggiungete alcune gocce di bitter al cardamomo. Shakerate per qualche istante e versate in un bicchiere doppia Coppa Martini con una buccia d’arancia.
di Barbara Carbone