Very Happy Chic

materiali
08 maggio 2013

Jonathan Adler ha reinventato il mondo della ceramica. E del design. Con l’intento di portare oggetti innovativi e “gioiosi” in ogni casa.

Ironico e divertente, lo stile di Jonathan Adler è inconfondibile. Diventato famoso come ceramista, ha poi allargato la sua creatività al campo del design e dell’arredamento non perdendo però la parte “ludica” che contraddistingue il suo lavoro.
Le sue opere prendono ispirazione dai designer degli anni Cinquanta e Settanta per poi esprimersi autonomamente in un mix tra stile moderno, kitsch, American Folk art e una buona dose di ironico divertimento. Senza dimenticare le sue fonti di ispirazione dichiarate, che sono David Hicks, Bonnie Cashin, Hans Copers, Giò Ponti, Andy Warhol, Leroy Neiman, Yves Saint Laurent e Madonna. Il primo passo importante della sua carriera è avvenuto nel 1994 quando Barneys New York, uno dei più sofisticati grandi magazzini della città, espose una sua collezione di prodotti. Oggi Adler possiede 4 negozi monomarca a New York e altri 7 nelle principali città statunitensi. Fra i lavori più recenti spiccano quello del 2009, realizzato in occasione del cinquantesimo “compleanno” di Barbie la famosa bambola della Mattel, per la quale ha arredato una villa di 3.500 mq affacciata sull’oceano. Senza dimenticare la progettazione del Parker Palm Springs Hotel nell’omonima località, che rappresenta appieno il suo stile a volte surreale e sicuramente mai banale.

Per capire meglio le idee che stanno dietro le opere di Adler, basta leggere il manifesto pubblicato sul suo sito (www.jonathanadler.com) dove descrive il senso del suo lavoro: “Crediamo che la tua casa debba farti felice. Crediamo che il minimalismo sia deprimente. Crediamo che le nostre lampade ti facciano sembrare più giovane e magra. Crediamo in un lusso irriverente”. Una delle sue ultime creazioni è il porta lecca-lecca in ceramica bianca e il candelabro Menorah realizzato prendendo ispirazione dallo stesso animale ideale per gli amanti del design di religione ebraica. Oggetti eccessivi, ma senza dubbio originali e diventati in un attimo un “Must Have”. Se si vogliono però seguire le sue tendenze in fatto di stile, non si possono perdere i suoi ultimi libri, Happy Chic Colors e Happy Chic Accessorizing, pieni di consigli, idee e spunti per rendere la propria casa il luogo perfetto dove vivere perché, come suggerisce lo stesso artista, il design può essere la ricetta per la felicità.

Mr Adler, quando ha deciso che avrebbe intrapreso la strada per diventare un designer?
Dal primo momento in cui ho toccato l’argilla, ho sempre saputo che volevo diventare un ceramista, è stata come un’istantanea connessione spirituale con questo materiale.

Qual è la parte migliore del suo lavoro?
Che posso disegnare tutto il tempo e creare nuovi prodotti e ho poi la fortuna di lavorare con un team creativo e divertente.

Qual è la filosofia che ispira il suo lavoro?
Il mio mantra è “Happy chic”. Questo significa che una casa deve sempre rendere felice chi ci abita: quando oltrepassi la porta d’ingresso devi sentirti terribilmente cool.

Un po’ di tempo fa ha confessato di non sentirsi compreso come designer: è ancora così?
Da una parte penso che in questo lavoro sia assolutamente necessario utilizzare un po’ di gioco e un po’ di ironia, ma dall’altra sono anche molto serio e rigoroso.

Crede che una casa sia esattamente lo specchio di chi la abita?
Penso che un’abitazione debba riflettere la personalità del suo proprietario, in pratica deve essere la sua “estensione”.

Qual è l’oggetto che più le piace tra quelli che ha creato?
Amo tutti gli oggetti che creo, ma sono particolarmente orgoglioso della mia horse bowl, la ciotola a forma di cavallo. Credo che se qualcosa è disegnato molto bene si animi di vita propria e penso che la mia ciotola abbia questa qualità.

Crede che il design possa aiutare le persone a vivere meglio?
Penso che il design possa aiutare le persone ad essere più felici ed è quindi un po’ la stessa cosa, non trova?

Secondo lei qual è il futuro del design?
Penso sia tutta una questione di eclettismo. Qualsiasi cosa può funzionare e può piacere se ci si crede veramente e se ci si mette la giusta dose di passione.

di Benedetta Bagni

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