ECO-STYLE

eco design
18 aprile 2012

In Australia e in altre parti del mondo si parla di upcycling, una parola che da noi potrebbe essere tradotta con ‘riciclo creativo’. Per dare nuova vita a rifiuti e oggetti di scarto e pensare all’ambiente in modo innovativo seguendo la propria voglia di inventare.

Città di tendenza e fucina di idee Melbourne ormai da diversi anni è caratterizzata da un ambiente culturale dinamico che invade anche lo stile di vita urbano fino a toccare il vivere quotidiano.

Tra gli abitanti della città australiana si sta, infatti, consolidando una ‘green attitude’ che porta i cittadini a preferire sempre di più la bicicletta a qualsiasi altro mezzo di trasporto, abiti realizzati su misura direttamente in atelier rispetto a quelli di grandi marchi d’importazione e oggetti e arredi di riciclo ottenuti riconvertendo materiali al posto di comprare anonimi prodotti nuovi.

Questo stile di vita in inglese viene definito upcycling, termine che non permette una letterale traduzione in italiano, ma si potrebbe definire come “riciclo creativo” e prevede la riconversione di materiali di scarto o prodotti inutilizzati in nuovi materiali o prodotti di migliore qualità dimostrando una particolare attenzione e rispetto per l’ambiente.

Tantissimi sono i blog australiani ispirati a questo tema che forniscono suggerimenti e consigli per una vita meno dedita allo spreco: da come trasformare un vecchio ombrello in una gonna primaverile a come realizzare un corda per saltare con materiali di scarto, a come creare insoliti gioielli dai vecchi cd rovinati. Alcune idee risultano semplicemente bizzarre altre davvero utili ed ecosostenibili.

Questa pratica non è solo diffusa nella vita di tutti i giorni, ma è diventato anche un vero e proprio nuovo business: lo dimostrano gli showroom e i negozi nati per vendere oggetti ad impatto zero.

Il primo ad aprire è stato Social Studio un piccolo negozio in centro città che è stato trasformato in laboratorio dove gli scarti di lavorazione di grandi aziende vengono recuperati e riutilizzati da sarte e designer. Ne nascono oggetti unici e irripetibili, di valore: si fa del bene all’ambiente e ci si porta a casa una cosa esclusiva. Dal piccolo negozio al grande showroom: Cottage Industry invece si propone come un grande spazio dedicato al green dove si possono trovare abiti, arredi, oggetti di design, invenzioni.

Guadagnare con i rifiuti? Sembra impossibile, ma si può. A dimostrarlo è stata la società americana TerraCycle che nei primi cinque anni di vita ha superato il milione di dollari di vendite, producendo oggetti realizzati con materiali riciclati. L’idea alla base di questo progetto è quello che chi raccoglie e recupera i rifiuti debba essere pagato per il suo aiuto all’ambiente. L’ideatore, Tom Szaky, ha pensato di creare una rete, una sorta di social network ecologico, che riunisce i raccoglitori di rifiuti che mandano a lui tutto il materiale di scarto che riescono a recuperare e vengono pagati per ogni pezzo inviato. La sua azienda realizza poi borse da spiaggia fatte con le carte delle caramelle, custodie portaocchiali che in una vita precedente erano confezioni di dentifricio, fino alle confezioni di biscotti che possono volare in cielo come aquiloni. Sono già più di 10 milioni e 600 mila gli iscritti e più di un miliardo e 800 mila i singoli rifiuti raccolti dal 2001. Anche in Gran Bretagna esiste una società di questo genere la Elvis & Kresse Organisation (E&KO) che però tramuta i rifiuti industriali in oggetti di lusso. Una strana materia prima come quella dei manicotti antincendio si presta perfettamente ad essere trasformata in borse, cinture, portafogli e gemelli. Ma il rispetto per l’ambiente passa anche dall’interesse per il bene della comunità: non a caso entrambe queste realtà devolvono il 50% dei loro guadagni ad associazioni benefiche.

Sul concetto di upcycling stanno lavorando anche molti designer e creativi che hanno a cuore il futuro del pianeta. La turca Gülnur Özdaglar, ad esempio, raccoglie bottiglie di plastica di ogni dimensione per realizzare gioielli dal fascino inaspettato: grandi rose rosse pendenti, foglie verde smeraldo che illuminano il viso, morbide meduse che avvolgono il polso.

Nel nostro Paese, una vetrina importante per scoprire le tendenze in questo senso è sicuramente il Salone del Mobile di Milano. Nell’ultima edizione il riciclo creativo si è trasformato anche in un modo nuovo per creare piccoli spazi verdi all’interno della propria casa. I designer Peter Bottazzi e Denise Bonapace, hanno infatti presentato il loro progetto creativo nato dal desiderio di verde che sente chi vive in città, come Milano, congestionate dal traffico e dallo smog. I due creativi sono saliti sul camion verde dell’Amsa (Azienda Municipale di Sostenibilità Ambientale) e hanno recuperato vecchi mobili destinati alla discarica per trasformarli in piccoli orti da salotto. Il loro progetto si chiama Da morto a orto e racchiude in sé un messaggio forte. Il vecchio mobile di casa, destinato a essere buttato, risorge a una seconda vita biologica indossando una nuova veste, ovvero trasformandosi in un angolo verde. Vecchie poltrone vengono usate per coltivare l’insalata, le lampade possono trasformarsi in fioriere, mentre nel comodino crescono i pomodori. Il loro non vuole essere un progetto fine a se stesso, ma deve servire nelle intenzioni anche come istruzioni d’uso e suggerimenti per tutti coloro che hanno oggetti inutilizzati nelle proprie case e vogliono creare piccoli spazi verdi per vivere meglio.

Benedetta Bagni

Lascia un Commento