A parte il sidro, non molti conoscono il mead e la kombucha, ma il mercato li tiene d’occhio tutti perché hanno un pubblico in crescita soprattutto tra i giovanissimi.
In un mercato, quello delle bevande alcoliche, che non si è mai arreso neppure al Covid da qualche tempo si stanno facendo strada nuovi prodotti pensati per un pubblico curioso, in cerca di gusti naturali e meno scontati e, forse, anche di qualcosa di più leggero, in termini di gradazione, per un aperitivo o un pranzo informale: nasce così l’interesse verso quei vini definiti spesso come ‘col fondo’, ma in realtà ‘ancestrali’ nella corretta terminologia e di altre bevande effervescenti che condividono con il vino solo il momento della sua bevuta.
Mettendo da parte la sezione dei vini veri e propri, stiamo parlando di sidro, prodotto realizzato dalla fermentazione delle mele, di idromele (più noto oltre oceano come ‘mead’) realizzato dalla fermentazione del miele e di kombucha, una vera new entry nel mercato, prodotto dalla fermentazione del tè.
“Il passaggio dalla birra artigianale a questi prodotti è stato quasi naturale”, spiega Bruno Carilli, fondatore di Toccalamatto, uno dei maggiori birrifici italiani e ora neoimprenditore con Massimo De Marco di Livebarrels; “dopo anni passati nel settore alimentare e una lunga esperienza nella produzione della birra, dedicarsi ad altri fermentati è stata una sfida appassionante. È un mercato ancora molto piccolo in Italia, mentre nel resto del mondo, soprattutto nord Europa e Stati Uniti, l’interesse è parecchio: il nostro ruolo non sarà solo quello di fare ottime bevande, o meglio di recuperare e dare nuovo lustro ad antichissime bevande, ma soprattutto di riuscire a comunicarle in un paese da sempre fortissimo nella produzione del vino.”
Livebarrels è la prima ‘Fermenteria creativa’ italiana: uno spazio dove materie prime di altissima qualità incontrano i lieviti e, fermentando in modo naturale, danno vita a prodotti insoliti, dai gusti sorprendenti e, tendenzialmente, con una bassa gradazione alcolica.
“Prodotti come il Mead Pyment Mu, una bevanda a metà strada tra l’idromele e il vino, rappresentano una frontiera tutta da scoprire, in grado di esaltare un pranzo o di rendere piacevole un aperitivo, esattamente come una birra artigianale”, commenta Massimo De Marco; “la vera sfida è assaggiarli senza pregiudizi, cercando di assaporarne le sfumature floreali e botaniche proprie del miele, ma allo stesso tempo facendosi conquistare da una bollicina fine ed elegante come accade con la birra o con uno spumante.”
La scelta di Livebarrels di usare solo bottiglie dello stesso formato di quelle del vino e un prezzo sicuramente più ‘abbordabile’ rispetto a un buon vino saranno sicuramente una componente importante nell’avvicinare il pubblico finale anche se dovrà essere il prodotto a conquistare il palato e su questo fronte l’unica frontiera è l’assaggio. E la buona lettura: è in uscita per Trenta Editore un volume dedicato alle ‘effervescenze diverse’ a cura di Michela Cimatoribus, già autrice di Fatti di birra.
Barbara Carbone