Non solo cibo: la qualità di un ristorante passa anche dalle luci, dagli arredi e dai colori. Un premio britannico ce lo ricorda.
670 progetti provenienti da oltre 60 paesi in tutto il mondo e una giuria di designer, chef, gourmet, critici e blogger di fama internazionale, riuniti per selezionare e premiare i migliori locali – ristoranti e bar – giudicandoli, per una volta tanto, dal punto di vista dell’interior design e non per il la qualità del cibo, del caffè o dei coktail.
Questo, in pillole, il prestigioso Restaurant&Bar Design Award di quest’anno. Giunto alla sua quinta edizione, il concorso deve la sua fama al fondatore, l’intraprendente Marco Rebora, il quale anni fa, dopo un’esperienza in prima persona come ristoratore e padrone di un locale, decise che era giunto il momento di dare il giusto risalto anche alle menti creative dietro ai ristoranti: gli architetti e i designer, “che con le loro scelte – spiega Rebora – contribuiscono moltissimo, nel bene e nel male, alla riuscita e o meno di un locale”.
Un’intuizione che sembra essere stata azzecatissima, se si considera che sono fioccate a centinaia le richieste di partecipazione, dall’Asia alla Scandinavia, dagli Stati Uniti a Singapore.
A vincere nella categoria Best Restaurant è stato lo studio danese Norm Architects, che con il suo ristorante Host, progettato nel cuore di Copenhagen all’insegna del motto “less is more”, ha conquistato la giuria. Per l’occasione abbiamo intervistato i creativi di Norm Architects, per capire gli ingredienti giusti per un ristorante di design.
Host in tre parole
Nordico. Urbano. Familiare.
A proposito del vostro progetto ho letto che “cerca di coniugare la tradizionale accoglienza scandinava con un design minimalista”. Come avviene questo connubio?
Abbiamo colto diverse ispirazioni. Al momento di scegliere i colori per la tavola abbiamo guardato al pittore della “Golden age” danese, Wilhelm Hammershoi, che ha sempre rappresentato la malinconia scandinava in una serie di immagini dove prevalogono i grigi tenui, il verde e il blu, proprio come nell’ambiente danese e svedese. Tutto il design del ristorante è stato ispirato dal pensiero del “territorio”, esteso fino al cibo, con l’utilizzo di ingredienti locali e stagionali e una serie di riferimenti “materiali”, a partire dal legno stagionato, le pareti grezze e la creazione di un caratteristico giardino d’inverno, dove mangiare riscaldati da morbidi plaid sulle ginocchia.
Il ristorante si chiama significativamente Host; ma cosa significa ospitalità per voi?
Pensiamo sia estremamente importante sentirsi rilassati, a proprio agio e accolti in un ristorante. Allo stesso tempo, crediamo che un elemento chiave consista nel fornire un’esperienza straordinaria, unica. Peccato che spesso questi due elementi risultano difficili da coniugare: nella maggior parte dei casi esistono ristoranti spettacolari, ma freddi. Noi volevamo provare che spettacolarità di design e senso di calore potevano convivere.
Secondo voi perché la scelta di Best Restaurant è ricaduta sul vostro progetto?
Forse proprio per il design elegante e d’impatto, ma che non distanzia i clienti. Il nostro progetto è schietto e non ridondante: e questo è piaciuto alla giuria.
Cosa pensate del Restaurant & Bar Design Experience Award?
Siamo rimasti entusiasti dalla manifestazione e dall’esperienza. È stato emozionante e molto stimolante anche dal punto di vista professionale vedere così tanti designer da tutto il mondo capaci di creare locali unici. Pensiamo che questo concorso dia il giusto riconoscimento ai progettisti che si occupano degli spazi di accoglienza e di ristorazione, nei quali l’attenzione è sempre e soltanto concentrata sugli chefs e mai sul concetto, più esteso, di ospitalità, che passa prima di tutto per la scelta degli arredi. Come organizzare gli spazi interni di ristoranti e bar è una questione ancora troppo poco discussa, anche sulle stesse riviste di architettura.
Qual è stato il miglior complimento che avete ricevuto per Host?
Ci è stato detto che il nostro design non è solo “esteticamente bello”, ma coinvolge tutti i sensi. Lo abbiamo reputato un grande riconoscimento, considerando che è uno degli elementi chiave della nostra filosofia di design in tutto ciò che facciamo.
di Marzia Nicolini