Dopo due generazioni di appassionati viticoltori del territorio, a prendere in mano le sorti dell’azienda agricola di famiglia è un tecnico, un perito agrario, biologo molecolare, nutrizionista con il ‘pallino’ per la genetica e la microbiologia enologica: in altre parole, le ‘messa nero su bianco’ di una lunga tradizione per far sì che la stessa possa continuare ancora a lungo e in maniera sempre più importante.
È il 2008 quando Luca Anselmi decide di studiare i terreni e le uve che per decenni suo padre e prima ancora suo nonno avevano coltivato nel migliore rispetto del terroir locale: il suo intento è quello di fare ancora di più, di valorizzare un territorio e i suoi prodotti pur sapendo di avere in mano ben pochi ettari per farlo. Ma sono proprio quei 5 ettari di Falezze che gli permettono di dare vita a un progetto di altissimo livello, dove ogni singola bottiglia delle quasi 15.000 prodotte ogni anno rappresenta un unicum… al mondo.
La base è una certezza: Corvinone, Corvina, Rondinella e Oseleta, i quattro vitigni che caratterizzano la Valpolicella; il resto, con tecniche specifiche vino per vino, lo mettono le vigne di oltre 40 anni (ma alcune arrivano a quasi 80 anni), la selezione accurata dei grappoli, l’appassimento naturale, l’affinamento in botti di rovere francese e, in parte, anche la scelta di presentarsi al pubblico con etichette realizzate ad hoc da una parte della famiglia: gli artisti Sofia Kherkeladze (moglie di Luca) e Niko Kherkeladze (suocero di Luca).
Il risultato è un prodotto frutto di ragionamenti unici e mirati per ciascuna delle collezioni Falezze, dal Valpolicella Ripasso fino all’Amarone Riserva, nato con l’annata 2012 in edizione numerata da collezione in soli 400 pezzi. Un vino con una struttura importante e una pienezza di aromi, dal colore rosso rubino carico, immediatamente riconoscibile per complessità ed eleganza, in grado di raccontare una grande tradizione di rispetto: per le origini dell’uvaggio, e per l’idea di inimitabilità dell’opera artistica, perché ogni bottiglia è un pezzo unico. Il prezzo della bottiglia in questo caso conta poco, per due motivi fondamentali: l’esclusività del prodotto, ma soprattutto la sua scarsissima reperibilità. Se oggi dovesse venirvi voglia di acquistarne una bottiglia, dovrete mettervi in attesa ed avere molta pazienza… i nuovi collezionisti, infatti, no si accaparrano più la singola bottiglia bensì la botte, en primeur, come nella migliore tradizione di Bordeaux!
Barbara Carbone