MANGIARE… AL MUSEO

estero
22 giugno 2014

A New York si raccolgono i fondi per aprire un museo che educa alla storia del cibo e a un’alimentazione corretta.

Nella città che non dorme mai, ma può mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte, c’è il progetto di realizzare l’unico museo dove poter assaggiare le opere esposte: il Mofad, il Museum of Food and Drink.
L’idea è di Dave Arnold, chef e direttore del dipartimento di Tecnologia Culinaria del the French Culinary Institute (ora International Culinary Center), che da più di un anno gestisce un’associazione no profit che organizza eventi gastronomici e cerca di raccogliere fondi per dare una location definitiva a quello che al momento è un importante progetto itinerante.
“Lo scopo del Mofad – racconta l’ideatore – sarà educare i visitatori al cibo, con un particolare riguardo alla storia, alla cultura, alla produzione, al commercio e alla scienza”. L’associazione è già impegnata in eventi di questo tipo: qualche mese fa è stata realizzata la mostra ‘Boom’, kermesse sulla storia dei cereali, durante la quale sono state esposte le puffing gun, le pistole utilizzate agli inizi del ‘900 proprio per la soffiatura. Mentre nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro su un tema molto caldo: ‘Marketing and the ethics of big food’.
“Mofad è sulla buona strada e abbiamo una squadra che sta lavorando instancabilmente per sviluppare programmi, raccogliere fondi e assicurare una futura casa di mattoni e malta al museo – continua Arnold -. Mentre facciamo un rapido progresso verso l’apertura, stiamo lanciando i nostri programmi educativi, mostre pop-up, e molto altro”. I fondi vengono raccolti attraverso il sito web del progetto e i newyorkesi hanno anche la possibilità di collaborare all’iniziativa come volontari.

Laureato in Belle Arti, Dave Arnold ha cominciato a cucinare da bambino: “Quando i miei genitori non erano a casa, scendevo giù in cucina e mi mettevo ai fornelli” racconta. Il risultato non era sempre convincente, ma la sua passione lo spingeva a sperimentare nuove ricette. Quello che da sempre lo interessa è l’interazione fra l’arte culinaria e la tecnologia, ma è anche affascinato dai processi storici e le pratiche tradizionali che hanno caratterizzato la storia del cibo e hanno influenzato il modo in cui viene consumato al giorno d’oggi. Il suo museo vuole quindi celebrare questa evoluzione. “I visitatori che entreranno al Mofad – continua Dave Arnold – non si limiteranno a vedere e toccare, ma annuseranno e soprattutto assaggeranno quello che metteremo in mostra: il museo intende coinvolgere tutti i sensi”. L’idea è di fornire un’educazione alimentare accessibile a tutti, perché anche il cibo è cultura: sapere cos’è e da dove proviene quello che si mangia è importante quanto imparare l’arte, la geografia e le scienze.
Nei suoi spazi il museo ospiterà alcuni esponenti della street food già protagonisti di diversi happening organizzati dall’associazione che si alterneranno con le loro proposte culinarie per raccontare come anche il cibo di strada ha una sua tradizione e non per forza può essere nemico della salute.

di Redazione

 

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