Convertire un quartiere industriale in un centro residenziale di lusso. La Battersea Power Station riaprirà le sue porte al pubblico a partire dal 2019, per la prima volta dopo 30 anni, con uno sviluppo di 17000 nuovi posti di lavoro e un contributo all’economia britannica di 1 miliardo di sterline all’anno nei suoi primi 20 anni.
L’ingente progetto è suddiviso in ben 7 fasi, i cui lavori di ristrutturazione sono partiti il 4 luglio 2013 (a 80 anni esatti dall’inaugurazione del sito), dando il via alla fase 1, seguendo il masterplan originale del primo grande archistar di questo progetto, Rafael Viñoly, architetto di origini uruguaiane, residente oggi a new York, e famoso per la varietà dei suoi progetti, da musei a banche, da scuole e complessi residenziali.
La fase 1, attualmente in corso d’opera e realizzata da due importanti studi nel panorama architettonico londinese, Ian Simpson Architects e de Rijke Marsh Morgan (dRMM) Architects, prevede la costruzione del primo grande nucleo abitativo del progetto: il Circus West. Un mix di strutture residenziali, con uffici e negozi, suddivisi in due edifici sul lato ovest della Battersea Power Station. 866 tra appartamenti, townhouse e penthouse, con prezzi che vanno da 338,000£ per uno studioflat (monolocale) a 894,000£ per un appartamento 3 bedroom. I futuri residenti si aspettano di poter godere di tutti i benefici che quest’area offre (piscine e spa, comprese l’accesso al parco principale) a partire dal 2016.
La fase 2 riguarderà direttamente la Battersea Power Station: la fase sarà seguita direttamente dallo studio Wilkinson Eyre Architects e dalla Michaelis Boyd (architetti e interior designer) e prevederà, purtroppo, l’abbattimento dei quattro camini, ormai pericolanti, con la costruzione di 4 copie, che manterranno fedelmente colori e forme. Anche qui si prevedono altre strutture residenziati, tra cui 2 penthouse, situati sulle facciate est e over della Power Station e sulla centrale vera e propria, e prenderanno il nome rispettivamente di Switch House East, Switch House West e Boiler House Square. Anche qui cinema, palestre, centri congressuali, un auditorium (per 2000 persone), negozi di lusso ed entertainment zone non verranno lasciati al caso. Termine dei lavori previsto per il 2019.
La fase 3 resta senza dubbio la parte più interessante del progetto, prevedendo la costruzione di altri blocchi residenziali (circa 1200 unità abitative), uno dei due hotel e 32.500 mq di spazi commerciali adibiti a negozi e ristoranti, con una libreria di 1400 mq e un parco pubblico, tutto connesso al resto della città grazie all’estensione della Northern Line e una nuova high street, l’Electric Boulevard. Tutto è nelle sapienti e innovative mani di due grandi studi di architettura: Gehry Partners e Foster + Partners. Insieme collaboreranno alla costruzione dei due grandi edifici alle porte del quartiere. Frank Gehry, architetto decostruttivista di origini canadesi, già noto alla capitale britannica per il suo padiglione temporaneo alla Serpentine Gallery, si occuperà del Prospect Place, sul cui tetto ci sarà un incantevole giardino pensile disegnato dall’urbanista James Corner (suo è il progetto della passeggiata ricavata in una ferrovia sopraelevata in disuso a ovest di Manhattan), mentre Foster + Partners disegneranno il Battersea Roof Gardens, veri e propri giardini nel cielo di Londra. Per poter godere di questi paradisi in terra con vista panoramica sarà necessario aspettare il 2020.
Le fasi dalla 4 alla 7 saranno solo di completamento, chiudendo definitivamente i battenti dei cantieri nel 2025.
Se da un lato il progetto nella sua globalità mira non solo a foraggiare l’economia della Nazione, ma anche a creare una vera e propria comunità di quartiere, una piccola realtà sociale in questa immensa Capitale europea, le critiche si sprecano per tutto quello che riguarda l’urbanistica e l’estetica della nuova struttura nascente sulle rive del Tamigi: tanti i dubbi sul suo aspetto finale e sul volto inedito di Londra, che più volte nella sua storia urbanistica ha confermato la scelta di voler mantenere un piede ben saldo nella tradizione e di voler restare una città che si sviluppa in orizzontale, senza precludersi però la possibilità di evolvere (basti pensare a Canary Wharf e allo Shard di Renzo Piano, tutt’oggi però sotto accusa per quella forma così sprezzante da stonare eccessivamente con tutto il resto della città). Il timore è che l’aspetto di questo quartiere ricordi più un grande parco giochi per ricchi bambini cresciuti, con la totale perdita di quell’inconfutabile sapore underground che tanto l’ha resa famosa nella storia dell’architettura e non solo.
- di Mariapaola Bossini
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