Busalla: storia di birra, storia d’Italia

Taste by Taste
07 gennaio 2014

Quando intorno ai primi del ‘900 sorgono in Italia quegli stabilimenti che avrebbero posto le basi della nostra industrializzazione, in Valle Scrivia (Liguria), accanto al Cotonificio Defferrari, nasce anche la Fabbrica Birra Busalla, destinata a diventare il primo micro-birrificio della Liguria. A pochi anni dalla sua fondazione (1906, come società per azioni), questo stabilimento sviluppato su più edifici, diventa un’importante realtà della vallata, che dà lavoro a circa 90 persone, tra uomini e donne. La sua storia è raccontata in un libricino, La Fabbrica Birra Busalla appunto, edito da Sagep e scritto da Matteo Scuro. Gli operai arrivavano alla fabbrica solitamente a piedi, da Busalla e dai paesi vicini. Le donne – come era solito all’epoca e come non dovrebbe essere oggi – venivano pagate meno. Si iniziava alle 8.00 e si terminava alle 18.00, con un intervallo di un’ora tra le 12.00 e le 13.00 durante il quale si pranzava assieme.

Il periodo d’oro dell’azienda è andato avanti per alcuni anni. Poi, con la Prima Guerra Mondiale, c’è stata una battuta d’arresto, causata anche dalla difficoltà di importare il malto, che ha coinvolto non solo Busalla, ma anche altre fabbriche, come la Peroni, a Roma. Con la fine della guerra, l’industria birraria – e la Peroni – sono riuscite a superare la crisi; ma lo stesso non è accaduto per la Busalla, che nel ’29 ha chiuso le porte.

Un salto temporale ci porta però nel ’95. È questo il momento in cui alcuni imprenditori decidono di recuperare l’antico complesso industriale. Nel giro di pochi anni (’99) il birrificio riprende a fare birra; e riaprono i battenti anche il ristorante e l’albergo annessi alla struttura.

L’area per la produzione è notevolmente ridotta rispetto al passato: da grande fabbrica, Busalla diventa un micro birrificio (il primo della Liguria), che fornisce soprattutto birra per la degustazione  nel suo ristorante (80%); il resto delle bottiglie (20%) è venduto nella provincia di Genova e nel basso Piemonte. In tutto, il brew-pub produce undici differenti tipi di birra, tra cui la Castagnasca (vedi sotto).

Per forza di cose, dei vecchi macchinari non rimane più nulla. Nel ‘900, per la macina, veniva usato un mulino azionato da un sistema di cinghie, nel quale il malto arrivava a caduta dal piano superiore, dove era situato il deposito delle materie prime da lavorare. Anche i fermentatori funzionavano a caduta libera, mentre ora sono azionati da pompe. Si trattava di strumentazioni all’avanguardia per l’epoca, ma troppo datate per i giorni nostri.

Dal 2011 la Fabbrica Birra Busalla è  inserita nell’albo storico delle imprese italiane.

CASTAGNASCA

Lager dal colore leggermente ambrato. È la prima birra prodotta in Italia con aggiunta di una farina biologica ottenuta da castagne essiccate a fuoco. In base al raccolto e al tipo di legno usato per l’essiccazione, da una cotta all’altra si possono percepire differenti note di affumicato. Dolce e amaro si bilanciano alla perfezione. Gradazione alcolica 5,5%.

Simona Carletti
@SimonaScarlett

Lascia un Commento